"Il rito immediato solo per danneggiare il Cav"
Tra 59 giorni i giudici di Milano si siederanno in aula per aprire il processo contro Silvio Berlusconi. Le tre toghe «rosa» non sanno ancora se il premier si presenterà o meno. Non sanno neanche quali scelte difensive metteranno in campo i legali del Cavaliere. Ma una cosa è certa: daranno il via al dibattimento in seguito alla decisione del gip Cristina Di Censo di accogliere il rito immediato chiesto dalla procura. «Questa scelta è stata soltanto un modo per mettere in piazza la vita privata di Berlusconi». A spiegare perché la magistratura milanese avrebbe dovuto scegliere di seguire il rito ordinario nei confronti del premier è l'avvocato penalista Massimiliano Fioravanti. Perché sostiene che con il rito immediato si vuole solo danneggiare il Cavaliere? «Innanzitutto bisogna dire che il rito immediato si chiede quando i magistrati hanno raccolto prove evidenti e quindi è possibile saltare la fase dell'udienza preliminare e andare direttamente in dibattimento. A questo punto è necessario chiedersi il motivo per cui la procura di Milano ha chiesto alla Giunta per le autorizzazioni della Camera di poter perquisire gli uffici del fiduciario del premier, Giuseppe Spinelli». Si spieghi meglio avvocato. «Per quale motivo i pubblici ministeri, che avevano già annunciato che avrebbero chiesto il rito immediato, avevano bisogno di cercare altri elementi utili alle indagini quando, come prevede il codice, le prove le avrebbero già dovute avere?». Cioè lei dice che i pm non avevano ancora la prova evidente delle responsabilità di Berlusconi? «Sicuramente avevano bisogno di effettuare ulteriori accertamenti, di verificare semmai quanto emerso nel corso delle indagini e nelle numerose intercettazioni telefoniche». E quindi? «Una volta che la richiesta alla Giunta della Camera dei deputati è stata respinta, i pm avrebbero dovuto procedere con il rito ordinario, ma hanno scelto comunque quello immediato». Vuol dire che la prova evidente era nelle carte processuali... «E allora che bisogno c'era di perquisire gli uffici di Spinelli? O forse l'intenzione della procura di Milano era quella di mettere esclusivamente in cattiva luce Berlusconi a livello mediatico?». Quali scelte difensive potrebbero adottare i legali del Cavaliere? «Potrebbero sollevare la questione sulla giurisdizione, la competenza territoriale oppure sul conflitto tra poteri: Esecutivo e Tribunale». Con lo scopo di rinviare il processo? Per bloccare le udienze? «Sicuramente i legali di Berlusconi, non condividendo la scelta del rito immediato e tutto l'impianto accusatorio, tenteranno di non andare avanti con il dibattimento». Secondo gli avvocati Ghedini e Longo sono competenti il Tribunale dei ministri e quello di Monza. Si potrebbero rivolgere anche alla Consulta? «Certamente, anche se in questo caso non è automatica la sospensione del processo».