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Vogliono l'Aventino per far saltare tutto

Silvio Berlusconi

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Se la polemica politica della Sinistra sfocia in proposte dal carattere eversivo siamo messi proprio male. Al punto che gli appelli di Napolitano a moderare i toni rischiano di essere assolutamente inadeguati, sarebbe come cercare di guarire dalla polmonite solo con gli impacchi caldi. E che siamo messi male lo dimostra l'editoriale di ieri su Il Fatto Quotidiano. Padellaro dopo una sua analisi della situazione arriva a una conclusione sconvolgente: se Berlusconi non si dimette «toccherà all'opposizione uscire allo scoperto con un gesto forte, drammatico». Cioè «con le dimissioni in blocco di tutti i gruppi e di tutti i parlamentari dell'opposizione». Così «Camera e Senato non potrebbero sopravvivere. Un gesto estremo. Ma prepariamoci a ogni evenienza». Una riedizione dell'Aventino quando i deputati che si opponevano al fascismo lasciarono la Camera dopo il sequestro di Matteotti nel 1924 e si riunirono separatamente. Gli porto male. Ma non c'è il fascismo dietro l'angolo grazie al cielo. Io non so cosa ne pensano i nostri lettori. Siamo all'ossessione, al punto, che pur di vedere cadere Berlusconi si è disposti a gettare a mare la nostra democrazia, il nostro futuro. Sarebbe un precedente, quello suggerito da Padellaro, anche se al primo tentativo non dovesse avere pieno successo, che potrebbe essere utilizzato ogni qual volta una parte politica perde le elezioni. Quelle nazionali, come quelle locali. Il nostro Parlamento annullato, i governi locali vanificati. E questo sarebbe il suggerimento delle avanguardie culturali della sinistra? C'è da preoccuparsi. A costo di apparire pedante va ricordato che il Pdl ha vinto le elezioni nel 2008. E quando si perde, si va all'opposizione. E si aspetta la rivincita alle prossime votazioni. Scorciatoie non esistono. Eppure la sinistra ha avuto occasioni favorevoli impreviste. Il premier è nel mirino dei pm milanesi. Contro di lui vengono scaricate montagne di fango, intercettazioni, verbali, tutto sui giornali, tv e internet. Non solo, ma il partito di maggioranza si è spaccato. Uno dei fondatori è andato via. Quale migliore condizione per l'opposizione? Eppure alla Camera perde pezzi e la maggioranza resiste, e si lavora. Sono respinte mozioni di sfiducia, passano importanti provvedimenti. Il governo lavora. Certo che il premier è colpito nell'immagine. Ma l'opposizione nei sondaggi non cresce. Litiga, è divisa, non sa presentare una alternativa. Al massimo propone una santa alleanza dagli ex An a Vendola. Immaginate che disastro sarebbe. Non piace agli italiani, neanche a quelli che forse ora sono incerti su Berlusconi. Non è una alternativa, è un salto nel buio. E anche l'idea di Bersani di raccogliere milioni di firme per cacciare il premier cos'è? Una parodia del voto. Una inutile farsa. Nel migliore dei casi propaganda, ma senza respiro, fine a se stessa. Ma a chi dare la colpa se una classe dirigente, ossessionata dall'avversario, non riesce a far politica? Allora non cerchino strade pericolose ed eversive. Si organizzino, si rendano credibili, al massimo tra due anni, ma forse prima, gli italiani saranno chiamati a scegliere il nuovo Parlamento. C'è una sola strada per battere politicamente il Pdl e il Cavaliere: il voto. Il resto è solo eversione.

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