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San Valentino 2011.

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Latrama? Si raccontano gli ultimi dieci giorni di vita di Adolf Hitler, a partire dal suo cinquantaseiesimo compleanno, il 20 aprile 1945, fino al suicidio avvenuto nel bunker di Berlino, pochi giorni prima della resa incondizionata della Germania. Hitler rifiuterà ogni trattativa, nonché qualsiasi ipotesi di resa. A niente serviranno le suppliche del Generale Weidling, comandante della piazza di Berlino e dell'SS – Brigadefuhrer Wilhelm Mohnke, di fare almeno evacuare la città del personale non adatto al combattimento. Tutto questo per evitare ai civili altre ed inutili sofferenze. Rimarrà anche negativamente colpito dalla confessione del Ministro degli armamenti Albert Speer, che si rifiuterà di eseguire l'ordine senza senso di distruggere ogni struttura civile. E gli ultimi giorni della vita di Hitler saranno contrassegnati da una serie di ordini e di prospettive irrealizzabili, al di là anche delle comunicazioni che continuano ad arrivare dal fronte. Così lo stesso Hiltler rimarrà insensibile ai consigli dei suoi ufficiali dello Stato maggiore. Mentre la sua fine si avvicina, la follia si impadronirà di tutto l'ambiente che lo circonda. La strage evitabile del Volkssturm, la fucilazione del cognato di Eva Braun Hermann Fegelein, ufficiale delle SS ed aiutante di Himmler, colpevole della volontà di aprire trattative con gli alleati, l'eutanasia praticata da Magda Goebbels nei confronti dei sei figlioletti che non devono sopravvivere alla morte di Hitler. Quindi lo stesso Fuhrer si suiciderà dopo essersi unito in matrimonio con Eva Braun. Insomma La Caduta è la storia di un dittatore, ormai fuori controllo, che rifiuta ogni trattativa nonché qualsiasi ipotesi di resa, nell'intento di trascinare nel baratro sia il Paese che l'intero popolo tedesco. Guardando il film colpiscono anche le suppliche dei generali più inflessibili del regime nazista e lo stupore di Hitler, al quale alcuni cominciano a disobbedire. Viene in mente niente? Ogni riferimento a fatti o persone non è puramente casuale. Non solo perché il film è stato mandato in onda alla vigilia del verdetto del gip di Censo sulla richiesta di giudizio immediato per il Premier e il giorno dopo le manifestazioni di piazza delle donne anti Cav. Il sospetto che non si tratti di una scelta casuale nasce anche dal fatto che cinque giorni prima, ovvero il 9 febbraio, la terza rete della Rai era rimasta orfana del finale del «Caimano» di Moretti nel programma Parla con Me di Serena Dandini. Nei giorni precedenti il direttore di RaiTre, Paolo Ruffini, aveva chiesto di poter trasmettere il film in prima serata: una richiesta alla quale l'azienda avrebbe replicato dicendo che sarebbe andato in onda su Rai1 (che a sua volta ne avrebbe fatto richiesta). Morale: ci tagliano «Il Caimano»? E allora mandiamo in onda La Caduta. Anche con il palinsesto si fa politica, come hanno sempre contestato da sinistra a Berlusconi. Con la piccola differenza che la Rai è un servizio pubblico e che chi si è visto «La Caduta» ha pagato il canone. Cam. Con.

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