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D'Avanzo scagiona il Cav Niente sesso con Ruby

Il giornalista di Repubblica Giuseppe D'Avanzo

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Silvio Berlusconi sapeva che Ruby era minorenne, ma non ha fatto sesso con lei. Il 6 aprile è ancora lontano, le certezze processuali, forse, arriveranno. Ma intanto sembra crollare uno dei capisaldi su cui si fonda gran parte delle accuse rivolte in questi mesi al premier: i rapporti che il Cavaliere avrebbe avuto con la diciassettenne Ruby Karima El Mahroug. E a «scagionare» il presidente del Consiglio è nientepopòdimenoche Giuseppe D'Avanzo. Uno dei «mastini» del giornalismo d'inchiesta che da mesi, sulle pagine di Repubblica, incalza il premier a base di domande e accuse. Ieri l'ultimo scoop (firmato, come sempre, assieme al collega Piero Colaprico). Il giornalista del quotidiano di Largo Fochetti ha in mano i verbali dell'interrogatorio di Ruby e li pubblica conditi da considerazioni e commenti. Il cronista non ha dubbi: sono le parole pronunciate dalla ragazza marocchina il 3 agosto 2010 ad inchiodare il Cavaliere. Giusto leggerle, quindi. O meglio giusto leggere quelle «tre frasi» che, secondo D'Avanzo, rappresentano il «segreto» dell'indagine. Si parte dal racconto della notte del 14 febbraio quando Ruby arriva per la prima volta ad Arcore. Scrive Repubblica riportando il virgolettato presumibilmente contenuto nel verbale: «Berlusconi mi prese da parte e mi condusse in una stanza dove restammo soli. Mi disse che la mia vita sarebbe cambiata e, anche se non ha mai parlato esplicitamente di rapporti sessuali, non è stato difficile per me capire che mi proponeva di fare sesso con lui». Ruby ricorda anche che la stanza in cui viene portata è «un ufficio». E a questo punto le domande nascono spontanee: Ruby ha «capito» che il Cav le proponeva di fare sesso, lo hanno fatto? D'Avanzo non risponde. Il che significa che nei verbali non se ne parla o che, più semplicemente, la ragazza conferma la versione ufficiale: non ha mai fatto sesso con il premier. Il cronista di Repubblica si limita a riportare che Ruby, quella sera, avrebbe ricevuto «una busta con 50mila euro...» Ma di più non dice. Di certo leggendo l'articolo si capisce che quell'interrogatorio sarà pure compromettente, ma ha parti in cui diventa attaccabile. «Il 3 agosto - scrivono D'Avanzo e Colaprico - la ragazza racconta ai pubblici ministeri la sua versione dei fatti: in larga parte sincera, ma con qualche omissione, qualche fanfaronata, qualche parola di troppo o di troppo poco». Anche qui le domande sorgono spontanee: e se i passi riportati rientrassero nella categoria «fanfaronata»? Fatto sta che il racconto prosegue. Si arriva a marzo. Quella sera, racconta Ruby, il Cavaliere le offre un appartamento in via Olgettina e lei, messa alle strette, non può più barare: «Gli avevo detto falsamente di avere 24 anni e di essere egiziana. Quando mi propose di intestarmi la casa, dovevo dirgli come stavano le cose. Gli dissi la verità: ero minorenne ed ero senza documenti». A questo punto, secondo la marocchina, il premier le consiglia di dire in giro di essere «la nipote di Mubarak». Fino alla fatidica notte del 27 maggio quando, uscita dalla Questura, il premier l'avrebbe chiamata dicendogli: «Ci potremo rivedere una volta che hai compiuto la maggiore erà». Ora, dando per buoni i racconti di Ruby, il quadro che ne emerge è il seguente: Berlusconi ha mentito sull'età della ragazza e sulla storia di Mubarak, ma non ha mai fatto sesso con lei. Difficile, quindi, capire perché dovrebbe essere processato per prostituzione minorile. Non a caso D'Avanzo scrive: «Il reato più grave - la concussione - "attrae" come una calamita il reato minore, in questo caso la frequentazione con la diciassettenne Ruby in un "contesto" sessualmente molto equivoco». Che tradotto vuol dire: niente sesso con Ruby.

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