Berlusconi: "Vogliono distrarmi"

Raccontano che Silvio Berlusconi fosse a Catania quando è arrivata la notizia del rinvio a giudizio per concussione e prostituzione e che non abbia fatto nemmeno una smorfia. Niente. Quasi che il processo riguardasse qualcun altro. Nella sua testa prova ad andare avanti. Prova a dividere le questioni. L'unico commento che si lascia sfuggire nel volo che lo riporta a Roma è elementare: «Andiamo avanti. Io vado avanti. Tutta questa inchiesta è per frenarmi, per distrarmi, per non farmi governare. Così poi magari c'è chi dice: "Vedi, è stato lì e non ha combinato nulla". E allora sapete che faccio? Governo. Io vado avanti». Il premier prova a tirare dritto. Ad ora di pranzo torna a palazzo Grazioli. E qui la musica cambia. Il Cavaliere si chiude a casa con l'avvocato Niccolò Ghedini e il portavoce Paolo Bonaiuti. Arriveranno altri. E in privato il premier si lascia andare. Si sfoga contro quella che a lui non sembra nemmeno un'inchiesta della magistratura ma un'azione di spionaggio. Con il solo scopo di sputtanarlo, di ridicolizzarlo. Si sfoga ma resta sereno, apparentemente tranquillo. La linea che ne viene fuori è chiara. Lasciare al partito reagire in pubblico, attaccare i magistrati, spiegare la "verità". Insomma fare contro informazione. E poi parlamentarizzare la questione. Perché il presidente del Consiglio pensa sostanzialmente che solo un voto di sfiducia o un voto popolare possano mandarlo a casa. Non una decisione dei giudici. Non gli darà mai quella soddisfazione di averlo defenestrato. E così lavora su Camera e Senato. Anzitutto al processo di Milano sarà battaglia, sosterrà che per la concussione deve essere giudicato dal tribunale dei Ministri. Dovrà essere quindi la Camera a sollevare il conflitto di attribuzione ma la questione finirà prima o poi all'ufficio di presidenza dove la maggioranza al momento è sotto. Presto sarà integrato un componente dei Responsabili per tornare almeno in parità anche se potrebbe essere decisivo il voto del presidente, Gianfranco Fini. Si vedrà. Per ora Berlusconi lavora per allargare la maggioranza. I Responsabili devono raggiungere quota 28 membri per poter ottenere la maggioranza in tutte le commissioni e per stare tranquilli in Aula. nell'acquisizione di nuovi parlamentari Silvio, si sa, è imbattibile. Alla Camera è un continuo corteggiare i finiani delusi. Il capo segreteria del premier, Sestino Giacomoni, è stato visto passeggiare a lungo con Adolfo Urso, futurista in crisi d'identità. Non è escluso che nei prossimi giorni possano esserci contatti con il capogruppo di Fli al senato, Pasquale Viespoli. È possibile che qualche senatore (Menardi, Digilio) possano tornare nel Pdl. Ma gli uomini del capo del governo per il momento non si attendono grandi scombussolamenti tra i finiani alla Camera, più probabile che qualcosa accada più avanti. Nella maggioranza si attende qualche ingresso a breve, invece, di provenienza diversa; magari da Mpa, Misto o Pd. Bisogna stringere, è il ragionamento del Cavaliere, anche per rassicurare la Lega che ha mandato diversi segnali. Con un dialogo che è ripartito con Bersani, per esempio. Berlusconi ieri sera ha ricevuto i vertici del Carroccio guidati da Umberto Bossi e Roberto Calderoli; con Roberto Maroni aveva già parlato intensamente in aereo andando in Sicilia. La legislatura è arrivata a una svolta.