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La sfida delle donne al Cav

Donne in piazza

Berlusconi: "Vergogna"

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L'inizio della manifestazione è, formalmente, alle 14 ma già mezz'ora prima i manifestanti, soprattutto donne, intonano il coro «Berlusconi dimettiti». È la parola d'ordine di un corteo che ci ha provato fino all'ultimo a tenere fuori i partiti e a non trasformarsi nell'ennesimo tentativo di dare una spallata al capo del governo. Ma era inevitabile. Piazza del Popolo a Roma è stracolma. Un successo anche nelle altre 230 città italiane. Di politici se ne vedono pochi.   Nella Capitale compaiono Bersani, Veltroni, la Melandri, la Bindi, la Costa. Ma di antiberlusconismo ce n'è in abbondanza. Ci sono le donne che fanno parte del comitato «Se non ora quando», che in poche settimane ha organizzato la manifestazione. In prima linea l'attrice Lunetta Savino, Serena Dandini e la regista Cristina Comencini, che si sforza di guardare altrove: «Si è rivelata vincente - dice - l'idea di porre il problema femminile come problema politico». Ma non è un caso che le più applaudite siano la leader della Cgil Susanna Camusso e la deputata di Fli Giulia Bongiorno. Quest'ultima, l'unica persona di centrodestra a parlare nella piazza romana, va dritta al punto: «Non critico i festini hard, allora sì sarei moralista. È che il festino diventa criterio per la selezione della classe dirigente, la carica erotica è il requisito per assumere un incarico». Al resto ci pensa la numero uno della Cgil: «La misura è colma. "Se non ora quando" perché la nostra serenità è non dover mai dire che siamo state zitte o non abbiamo visto. Non si pensi di poter cancellare la nostra intelligenza», spiega Susanna Camusso. Poi critica Giuliano Ferrara: «Ci dicono puritane, ma chi lo fa - dice il segretario della Cgil - si ricordasse tutti i divieti che ha voluto imporci, dalla fecondazione assistita alla pillola del giorno dopo». Alla fine della manifestazione un centinaio di persone raggiunge Montecitorio ed espone a terra uno striscione: «Nel Palazzo regna il c...., diamoci un taglio». Il clima si surriscalda ma la protesta resta pacifica. Nelle piazze italiane, secondo gli organizzatori, c'era più di un milione di persone. Sintetizza il ministro Mara Carfagna: «Le manifestazioni di oggi hanno avuto il merito di sollevare un dibattito tra le donne molto vivo e partecipato, di unire generazioni diverse nel discutere di condizione femminile e libertà; poteva essere un momento molto importante per il Paese. Dispiace che l'occasione sia stata sprecata trasformando questa iniziativa nell'ennesimo corteo contro il governo democraticamente eletto dagli italiani e dalle italiane».

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