Conflitto permanente. La fine della legislatura è reale
Loafferma il ministro dell'Interno Roberto Maroni ospite di Fabio Fazio a «Che tempo che fa». Commentando l'appello ad abbassare i toni rivolto dal capo dello Stato, Maroni ammette che il rischio esiste e del resto «la situazione di conflitto permanente lo determina. Lo dico da ministro più che da dirigente della Lega: di fronte anche all'emergenza immigrati di queste ore io, ad esempio, ho bisogno della collaborazione di tutti, della destra e della sinistra». Quindi Maroni, quasi scolasticamente, ricorda che tocca al presidente della Repubblica sciogliere le Camere. «Se Silvio Berlusconi decidesse di dimettersi - aggiunge - Giorgio Napolitano potrebbe sciogliere le Camere. Ma finora Berlusconi ha deciso il contrario». Maroni parla anche della Lega e del suo comportamento negli ultimi tempi: «Non abbiamo staccato la spina al Governo perché siamo un partito responsabile e poi c'era di mezzo il federalismo che si doveva approvare. Noi non guardiamo alla convenienza elettorale». Certo che però, ammette Maroni, «prima o poi si andrà a votare e anche Gianfranco Fini oggi (ieri ndr) ha individuato nel 2012 una scadenza possibile... il 2012 che secondo il calendario Maya sarà l'anno della fine del mondo». Alla domanda del conduttore se Berlusconi possa essere nuovamente leader in caso si tornasse a votare, Maroni replica sottolineando che «l'unico che può dire "non faccio più" il presidente del Consigliò è Silvio Berlusconi». Quindi il ministro dell'Interno ricorda quanto aveva già avuto modo di dire, ma che è stato frainteso, e cioè che «nello schieramento di centrodestra ci sono tante persone» in grado di assumersi la carica di leader. «Ma in democrazia ci sono delle regole e l'unico che può escludere Berlusconi è lo stesso Berlusconi». Il ministro dell'Interno parla anche del Rubygate. «A me pare che queste imputazioni (di concussione e prostituzione minorile rivolte dai magistrati milanesi al premier nel caso Ruby, ndr) siano molto deboli e non abbiano sostanza. Per valutarle, comunque, per me è competente il Tribunale dei ministri». «Da tutte le parti -dice Maroni - si sono alzati i toni in modo eccessivo. E si arriva a perdere il significato delle parole». Nel merito del comportamento tenuto dai funzionari della Questura milanese che, la notte tra il 27 e il 28 maggio scorso, hanno rilasciato la giovane Ruby affidandola alla consigliera regionale Nicole Minetti Maroni afferma: «Le indagini della Procura hanno accertato che nessuno in Questura a Milano ha violato la legge». In generale, quella sera, negli uffici della Questura milanese, conclude Maroni, «è stato fatto quello che andava fatto e non c'è nulla da eccepire nel comportamento di chi ha ricevuto quella telefonata».