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Fli si spacca sul segretario

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Italo Bocchino

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MILANO Divisi fino all'ultimo. Disposti ad affrontarsi a muso duro e con il coltello tra i denti per conquistare una delle poltrone a disposizione dentro il partito. La seconda giornata dell'assemblea costituente di Futuro e Libertà alla Fiera di Milano consegna una fotografia del movimento di Gianfranco Fini che è esattamente l'opposto di quella unità che venerdì sera proprio il presidente della Camera aveva voluto far apparire all'esterno. A far salire la tensione è la scelta di eleggere segretario del partito il capogruppo alla Camera Italo Bocchino. Una decisione che ha fatto infuriare sia Adolfo Urso, attuale coordinatore, sia Andrea Ronchi. I quali, dopo aver abbandonato gli incarichi di governo, ora si ritroverebbero senza nulla in mano. Così ieri è partita la controffensiva. Dal gruppo dei senatori e dall'entourage di Adolfo Urso è stata lanciata la proposta a Gianfranco Fini di una gestione «collettiva» del partito, una specie di direzione allargata per non scontentare gli esclusi e non dare troppo potere all'attuale capogruppo di Fli alla Camera. Fini ne ha preso atto e ha convocato per ieri sera una riunione dei vertici del partito all'Hotel Principe di Savoia dove alloggiano tutti i deputati. Un summit che si è prolungato fino a notte tarda. Italo Bocchino fino all'ultimo ha giocato a nascondersi: «Io sono fortemente minoritario, mi adeguerò a ciò che la maggioranza decide – ha commentato sornione – Tutto può accadere ma da questa assemblea deve uscire una linea politica molto chiara, una governance chiara, uno statuto e un programma politico. Siamo qui per questo, non possiamo andare a casa senza questo risultato». Una tranquillità che ha fatto capire a chi dentro il partito non lo vuole segretario che alla fine il vincitore di questo scontro sarà con tutta probabilità lui. Anche perché nel pomeriggio era già circolato il nome di Fabio Granata come vicesegretario e la conferma di Roberto Mania come capogruppo. Per Adolfo Urso sarebbe invece pronto il ruolo di portavoce come «contentino». Pronta anche la nuova sede del partito dove dovrebbe traslocare proprio Italo Bocchino con il suo staff, un appartamento in via Poli a Roma, a due passi da Fontana di Trevi. E sempre ieri il capogruppo di Fli alla Camera ha annunciato di aver denunciato per stalking i direttori del Giornale e di Libero Maurizio Belpietro, Vittorio Feltri e Alessandro Sallusti. In sala, intanto, il clima è rimasto teso fino alla conclusione degli interventi. Tanto che proprio Andrea Ronchi, che doveva parlare dopo Roberto Menia, ha rinunciato a intervenire e ha lasciato la Fiera furibondo perché, a suo parere, il discorso del suo collega era durato troppo e aveva catalizzato eccessivamente l'attenzione della platea. Una «mossa» che non ha scomposto neppure un po' Menia che poco dopo se ne è andato a cena con Italo Bocchino e con le rispettive mogli. A preparare la notte dei lunghi coltelli di Futuro e Libertà.

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