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Tre carte verso l'ignoto

Silvio Berlusconi

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Sul tavolo verde della politica ci sono tre carte: il governo va avanti, cade e ne arriva uno di transizione, si sfascia tutto e si va al voto. Di fronte a queste tre scelte il Palazzo è semplicemente terrorizzato e vediamo perché. 1- Il governo va avanti. Con pochi numeri, questa è la realtà dei fatti, ma nonostante un dato reale più che palese, l'esecutivo in queste condizioni precarie potrebbe durare a lungo. Sopravviverebbe, perfino bene, ma senza poter fare alcuna vera riforma. È una carta vincente? 2- Il governo di transizione. È una possibilità che oggi ha un nome e un cognome: Giulio Tremonti. Il ministro dell'Economia è il super panchinaro di lusso in attesa del crollo, della chiamata, della missione salvifica. Giulietto da Sondrio è un maghetto con i numeri, bisogna capire se può esserlo anche con la materia dura e sfuggente della politica. È una carta vincente? 3- Sfascio ed elezioni. È l'opzione nucleare, quella che spiana definitivamente il terreno dove sono cresciuti gli alberi grandi e piccoli del Palazzo. Interrogativi semplici: chi sarebbe il candidato del centrodestra? Ancora Berlusconi? Sento vacillare più di un elettore di fronte a uno scenario ripetitivo. Ma il problema è sempre e soltanto uno: chi ha i voti oltre al Cavaliere? La risposta è: nessuno, purtroppo. Dov'è la carta vincente? Cari lettori, come vedete, siamo di fronte a un gioco di tre carte bloccato. Qualsiasi scelta apre la botola dell'incognita e probabilmente del caos. Allacciate le cinture, stiamo viaggiando verso l'ignoto.  

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