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«Da Frattini figura da cioccolataio»

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Unmix di riferimenti rurali e immagini che ricordano più «L'albero degli zoccoli» di Ermanno Olmi che la politica italiana del XXI secolo. E ieri, in quel patrimonio che potrebbe diventare tranquillamente oggetto di un saggio di linguistica, si è aggiunta una nuova figura. A farne le spese il ministro degli Esteri Franco Frattini che secondo il segretario del Pd, occupandosi di Ruby e «cartuccelle di ville caraibiche» invece che di Egitto, sta facendo la «figura del cioccolataio». Ora vale la pena di soffermarsi sul significato del termine che, per la sua specificità, non è di facile comprensione. Letteralmente significa «fare una figuraccia», «avere un comportamento fuori luogo». Diversi gli aneddoti legati alla sua genesi. Secondo qualcuno tutto nasce da Carlo Felice di Savoia che avrebbe vietato ad un cioccolataio arricchito di girare per Torino con la carrozza trainata da quattro cavalli (i borghesi ne utilizzavano due) per evitare che, uscendo, «il sovrano di Sardegna venisse scambiato per il cioccolataio». Altri, invece, legano il modo di dire alle figurine che i cioccolatai facevano in occasione di feste. Figure che, sia per forma che per qualità tecnica, risultavano mal fatte e approssimative. Sia come sia, Bersani ha arricchito il suo «vocabolario politico» che contava già diverse perle. Come dimenticare, infatti, Giulio Tremonti «un po' filosofo, un po' ragioniere, ma idraulico no»? Il ministro dell'Economia è il bersaglio preferito potendo contare anche su citazioni nelle vesti di «padrone delle ferriere», di «stregone» e di protagonista di un film di Bunuel in cui tra «parole e giochi di parole, non si arriva mai a un punto». E se Maristella Gelmini si è guadagnata un volgare «rompicoglioni», meglio è andata a Renato Brunetta e Luca Zaia. Per il segretario Pd sono due «fantuttoni». Nic. Imb.

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