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Il ministro Tremonti fa le prove da premier

Il Ministro dell'Economia Giulio Tremonti

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Giornata di incontri quella di ieri per il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. Con il direttore generale del Tesoro Vittorio Grill è stato ricevuto dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel pomeriggio. Un colloquio sui temi economici legati in particolare al piano di rilancio per l'economia approvato dal Consiglio dei ministri mercoledì scorso. E sulla situazione dei conti pubblici in un momento in cui la calma sui mercati sembra tornata anche se una nuova tempesta non è stata ancora definitivamente esclusa. Una mossa che agli osservatori politici non è sfuggita e letta come un possibile accreditamento al Colle nel momento di confusione che la vita politica italiana sta attraversando. Le dietrologie sono state però subito dissipate dal successivo meeting che Tremonti ha avuto con il presidente del consiglio Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Un faccia a faccia di circa 30 minuti nel corso del quale Tremonti avrà sicuramente spiegato al Cav il clima che si respira al Quirinale nei confronti del Governo. Restano, infatti, freddi i rapporti fra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio dopo la dura nota di mercoledì sera, quando Napolitano ha smentito un imminente incontro con Berlusconi, annunciato poco prima dallo stesso premier, sulle note questioni giudiziarie, e forse per limitare le intercettazioni con un decreto. Nella mattinata di ieri il sottosegretario Gianni Letta ha ricucito lo strappo spiegando a Napolitano, a margine della cerimonia sul «Giorno del ricordo», che c'era stato un equivoco. Letta ha quindi chiesto l'incontro per il presidente del Consiglio precisando, secondo ambienti parlamentari, che i temi avrebbero riguardato l'agenda di governo e in particolare l'economia anche in merito al ddl costituzionale che modifica tre articoli della Costituzione (41, 97 e 118) con l'obiettivo del rilancio delle imprese del paese. Anche il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha rassicurato il presidente della Repubblica, a margine della cerimonia per il Giorno del Ricordo. E alla domanda se il decreto sulle intercettazioni, si farà ha risposto: «Chi vivrà vedrà». Fabrizio Cicchitto invece ha smentito categoricamente l'ipotesi. Su questi presupposti per il presidente del Consiglio sembravano nuovamente aprirsi le porte di un incontro a due sul Colle. Nel pomeriggio di ieri, ambienti parlamentari, assicuravano che i presidenti si sarebbero visti oggi. Poi, in serata le nuove dure accuse di Berlusconi ai magistrati di fare «un uso antigiuridico del diritto e della legalità» sembrano aver rimesso tutto in discussione. La differenza di vedute fra Berlusconi e Napolitano è evidente. Mentre il primo ha accusato i giudici di avere «finalità eversive», e ieri ha proclamato che il suo giudice ultimo sono il parlamento e il popolo, Napolitano ha colto l'occasione della cerimonia a Palazzo dei Marescialli per fare un elogio del «ruolo centrale del sistema giudiziario nella difesa della democrazia e degli equilibri costituzionali».

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