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Frattini: "Violata la privacy del premier Si può ricorrere alla Corte europea"

Il ministro Franco Frattini

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La violazione della privacy è un fatto che "può essere portato non solo in Italia ma anche di fronte alla Corte europea dei diritti dell'uomo: c'è una giurisprudenza molto ricca in materia". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Franco Frattini, rispondendo a una domanda sull'eventuale causa allo Stato da parte del premier Silvio Berlusconi. Una causa che, ha precisato il ministro, non sarebbe "un rimedio straordinario" perché "quando un cittadino si sente danneggiato ha diritto a rivolgersi al giudice competente per ottenere tutela". È in corso il "tentativo di un cambiamento del governo democraticamente eletto per via giudiziaria. Questa è una questione politica, non legale - ha detto il ministro a margine di un evento sui 'bambini contesi' a Villa Madama, a Roma - È un tentativo grave, bisogna ritornare alla normalità; il governo deve governare, la magistratura fare le proprie indagini rispettando le regole, innanzitutto quelle di competenza. Mi auguro un clima di normalità istituzionale", ha dichiarato Frattini. "Le foto osé di qualche ragazza non interessano a nessuno", ha detto il ministro. "Rispettiamo la corte costituzionale quale organismo di garanzia, ma credo che abbiamo il diritto di criticare politicamente decisioni che si prestano a critiche", ha detto Frattini rispondendo oggi ad una domanda sulle affermazioni del presidente della Consulta Ugo De Siervo, che ha definito "denigratorio per la Corte Costituzionale e gravemente offensivo" continuare a sostenere che i 15 giudici della Consulta "giudicherebbero sulla base di loro asserite appartenenze politiche".   CICCHITTO: DDL? UN EQUIVOCO - "È in atto scontro prodotto da un nucleo politicizzato della magistratura contro il Presidente del Consiglio e una maggioranza di governo che non può certo essere scalzata da iniziative di politica giudiziaria e da un uso di intercettazioni telefoniche su cose che non hanno nulla a che vedere con vicende penali", dice il capogruppo Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto rispondendo alla domanda se fosse ormai in atto in Italia uno scontro tra poteri dello Stato. Per Cicchitto, che non ha risposto alla domanda se fosse in agenda un incontro a breve tra il Capo dello Stato e il premier, il Pdl non ha usato alcun tono terroristico: "l'espressione terrorismo è un' espressione che tutti dovrebbero stare attenti ad usare perché ha in se un connotato di oggettiva violenza politica. Credo - ha aggiunto - che un esercizio di sopraffazione viene fatto contro presidente del Consiglio e questa maggioranza. Non a caso - ha sottolineato - quando abbiamo accolto l'appello del Presidente della Repubblica a riprendere il confronto ed abbiamo proposto all'opposizione un confronto sui temi economico-sociali ci è stato risposto che presidente del Consiglio si doveva dimettere". "È stato un equivoco. Non c'è nessuna intenzione del governo di presentare un decreto sulle intercettazioni al capo dello Stato - ha po precisato Cicchitto - Caso mai come ha ricordato Leone, c'è un Ddl in stato avanzato di lavoro in Parlamento. Sono due cose distinte. Ieri si è fatto un notevole polverone su una cosa che non esiste".  

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