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Ricetta Croppi-Mondello per il futuro di Roma

Da sinistra Croppi e Mondello

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A guardarli seduti, fianco a fianco, si nota un'assonanza: capigliatura brizzolata, barba e lo sguardo attento e furbo di chi non molla mai. È la nuova «coppia» Umberto Croppi e Andrea Mondello, che si è presentata ieri a quel mondo culturale che ricorda ancora l'intellighenzia d'altri tempi. Si tratta di due ex freschi freschi: Croppi ha lasciato il posto di assessore alla Cultura di Roma Capitale, sancendo un addio unilaterale del sindaco Alemanno; Mondello ha lasciato dopo anni di onorata carriera la guida della Camera di Commercio. Il primo è stato capace di far dimenticare senza tragedia la Notte Bianca; il secondo ne è stato promotore ma non ha mostrato rammarico. Il tema dell'evento: «Parliamo di Roma - Incontro con quanti hanno a cuore il futuro della cultura, e non solo, della capitale d'Italia». Un evento che ha cominciato a far discutere già alla vigilia. Gli inviti tramite sms da parte di diversi esponenti del centrosinistra hanno fatto infuriare il centrodestra. Polemiche a dire il vero un po' curiose: i primi desiderosi di ritrovare un po' di verve culturale, tramontata dopo la fine dell'«epoca Borgna», dall'altra una permalosità che mal si coniuga con il fatto che Croppi sia stato, con rammarico, messo alla porta. Una situazione kafkiana si direbbe. Gli attestati di stima nei confronti dell'ex assessore si sono concretizzati in una raccolta firme: 1.200 in pochi giorni. Sarà stata questa la spinta, insieme a un carattere battagliero, a far scattare la molla di un altro, ambizioso progetto: un movimento «ampio, fondato sul senso civico, per dare forza alla "vertenza cultura". La mole e la qualità di attestati che ho ricevuto, una volta costretto a lasciare - dice Croppi - mi caricano di una responsabilità cui non intendo sottrarmi». Dalla platea c'è già chi conta i voti e ragiona su una nuova lista civica sostenuta da Mondello e Croppi. L'appoggio sarebbe ovviamente al centrosinistra. O chissà. Magari a un nuovo soggetto politico in grado di superare la dogana impenetrabile di una cultura «esclusivamente» di sinistra. La «coppia» del resto può reggere e, perché no, sfondare. Per questo Alemanno, dopo aver ceduto agli equilibri dettati dalla politica dovrebbe riflettere bene su come recuperare una personalità tale da prendere consensi dalla parte opposta. Croppi, finiano doc, piace a sinistra. «Lasciarglielo» potrebbe essere un errore fatale alla prossima competizione elettorale. E sì quelle elezioni vinte da Alemanno anche grazie a Croppi che curava la comunicazione della campagna elettorale. Un rapporto di lunga data da recuperare insomma. E non sarà impresa facile. Croppi, infatti ha tracciato il suo prossimo futuro: lavorerò a costruire un'associazione culturale, che farà da raccordo e servirà a strutturare una rete della cultura». L'associazione culturale "Una città", costituita nel 1994 con Giuseppe Lobefaro, esponente del Pd. Con Mondello si conosce «da pochi anni», dice Croppi. «Da quando io ero direttore di una casa editrice a Firenze e lui voleva acquistarla. Chissà, se lo avesse fatto forse il mio destino sarebbe stato diverso». Un destino che oggi li rivede assieme. E chissà, magari fondatori di un nuovo progetto culturale che ha come obiettivo quello di entrare (per cambiare?) la politica all'insegna di quel senso civico che però, spesso, è svanito nelle aule istituzionali. Chiude con il passato Croppi ("da oggi smetto di essere ex assessore") ma non ce la fa a tenersi tutto dentro e spara (si direbbe senza pietà) sull'operato di quella che fino a neanche un mese fa era la anche la sua giunta. «Ho vinto la battaglia per impedire le corse con le bighe al Circo Massimo, ho perso quella contro i "vespasiano point" - racconta Croppi - Fuori dal mio ufficio c'era il cartello: finché sono assessore non si fanno corse con le bighe e di pressioni, vi assicuro, che ne ho avute tante per farle correre. Non ho polemizzato con l'assessore Cutrufo, invece, sulla Roma di cartapesta (il parco tematico sulla Roma Antica, ndr) perché non si farà mai. La neve al Circo Massimo, la Roma di cartone, la discoteca sulle scalinate di Valle Giulia», sono i progetti in cantiere dell'amministrazione Alemanno che vanno contrastati». Poi l'affondo finale: «Ho la sensazione che nella candidatura di Roma alle Olimpiadi 2020 ci sia qualche momento di debolezza, così come nel progetto, poi archiviato, della Formula 1». Non è detto però che tutto sia perduto. Anche se la sensazione di vedere manifesti con Croppi e Mondello alle prossime comunali potrebbe presto diventare certezza.

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