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La protesta di Giorgio

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La protesta di Arcore

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Il presidente Napolitano condanna gli scontri ad Arcore. Il Colle ha giudicato «inammissibili» i disordini durante la manifestazione dell'altroieri contro il premier Berlusconi e ha chiesto al ministro dell'Interno informazioni sulla battaglia tra dimostranti e polizia. In una nota il capo dello Stato riferisce che «è risultato che i promotori della manifestazione, rispettando le modalità concordate con le autorità di polizia, sono rimasti estranei a ogni deviazione dal percorso stabilito e a ogni violenza». Poi il comunicato aggiunge: «Il presidente della Repubblica ha convenuto che l'esercizio del diritto costituzionale a manifestare pacificamente non degeneri - specie in un momento di tensione politica e istituzionale come quello attuale - in inammissibili disordini e scontri provocati da gruppi estremisti». Una presa di posizione netta, che tenta di placare gli animi. Era stato soprattutto il leader dell'Idv Antonio Di Pietro a incalzare il Cavaliere: «La maggioranza politica non esiste più, Berlusconi se ne faccia una ragione e si dimetta. Se non lo farà lui ci penseremo noi a mandarlo a casa. Continueremo a protestare in piazza, insieme ai cittadini, e ci sarà una nuova presa della Bastiglia per riappropriarci della democrazia». Parole violente, a cui poi sono seguiti i tafferugli e le cariche della polizia ad Arcore. Dopo il richiamo di Napolitano anche Di Pietro fa retromarcia. «Contro questo governo bisogna manifestare in piazza. L'ho detto spesso negli ultimi giorni e lo ripeto oggi ancora più convinto di prima. Quando un governo si regge sul voto di parlamentari comprati come vacche al mercato, quando un presidente del Consiglio occupa le televisioni per bombardare di bugie il suo Paese, quando un Parlamento si occupa solo di proporre leggi che servono a difendere il presidente del Consiglio dalla giustizia, allora manifestare è un dovere democratico. Bisogna riempire le piazze e le strade, con la massima determinazione ma senza lasciare spazio neppure al minimo gesto di violenza» ha scritto sul suo blog il presidente dell'Italia dei Valori. Soddisfatto delle parole del Capo dello Stato il vicecapogruppo del Pdl al Senato: «Il giusto monito del presidente Napolitano a non lasciare spazio ai violenti e agli estremisti dovrebbe costituire un ulteriore motivo di riflessione per quanti nelle ultime settimane sono stati autorevolmente e da più parti richiamati a non imbastire processi sommari e riti giacobini» spiega Gaetano Quagliariello. Netto anche il leader de La Destra, Francesco Storace, secondo cui «il Capo dello Stato ha riempito un vuoto pericoloso. Il silenzio della sinistra sull'assalto di Arcore è stato vergognoso; per fortuna, il presidente della Repubblica ha dimostrato da che parte stanno le istituzioni». Per il capogruppo Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto, «il presidente Napolitano ha colto l'esigenza di fermare, finché si è in tempo, una deriva che potrebbe determinare un corto circuito per cui, come già avvenuto nel passato, si passa dall'esercizio di polemiche frontali a manifestazioni che debordano nella violenza».

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