Il golpe puritano

Una giornata terribile. Mi ricorda i tempi di Mani Pulite. Ne ho una viva immagine: le voci dalla procura, gli arresti preventivi, gli avvisi di garanzia a mezzo stampa, il disfacimento di un sistema e un futuro appeso al nulla. Il contesto è diverso, ma una forza, la magistratura, è rimasta uguale a se stessa: potentissima, intangibile, irresponsabile, amministrata da un Csm militarizzato. Dall’altra parte c’è una politica debole, una destra spezzata, una sinistra codarda, un Parlamento senza schiena dritta, incapace di recuperare il primato della politica, sotto ricatto giudiziario. In questo scenario la procura di Milano ha sferrato l’attacco finale al suo nemico, all’uomo che diciassette anni fa impedì a un manipolo di magistrati di mettere il Paese in amministrazione controllata. Per questo Berlusconi va fatto fuori: ha evitato che i postcomunisti andassero al potere proprio quando piovevano le macerie del Muro di Berlino. Siamo sempre al capitolo iniziale, quello del 1992: intercettazioni fuori controllo e messaggi sms pubblicati sui giornali come prova tonante del nulla scosciato o dello scollato gioco erotico. Un governo che cade per le mutande pazze. Eroica impresa della magistratura. Viviamo in un Paese che ha smarrito la ragion di Stato e il senso di pietas. Ma cadranno al suolo anche gli avvoltoi che sperano di cibarsi delle carogne. Berlusconi ha commesso molti errori - li ho elencati tante volte sul nostro giornale - ma è l’unico che ha avuto il coraggio e la sincera sfrontatezza di mettere in campo il suo conflitto di interessi. Gli altri no, hanno preteso di continuare a fare le locuste senza mostrare i denti aguzzi. Per questo la caccia all’uomo, il caterpillar giudiziario scagliato contro la sua famiglia, l’uso spregiudicato del tritacarne mediatico, sono una tortura medievale. I nuovi puritani isseranno la forca, avranno il golpe e piazzale Loreto. In preda a una pazza euforia otterranno un solo risultato: impiccheranno l’Italia.