La piazza giustizialista "commissaria" il Pd
Ormai non si discute d'altro. Da giorni il dibattito sul futuro del Partito Democratico, ruota attorno a pochi, essenziali, interrogativi. Serve un «Papa straniero»? Un condottiero che sappia guidare il Pd e i suoi alleati alla vittoria finale contro Silvio Berlusconi? E se sì, quell'uomo è Roberto Saviano? Sul tema si sono esercitati in molti. Soprattutto dopo la manifestazione di sabato al Palasharp che ha avuto nell'autore di Gomorra un assoluto protagonista. E il capogruppo del Pd Dario Franceschini, unico rappresentante del partito presente a Milano, è dovuto addirittura intervenire per spiegare che si tratta di fantapolitica. «Ritengo che pensi ad un suo futuro - ha spiegato lunedì sera a Otto e mezzo - completamente diverso da quello della politica. Rispetto totalmente Saviano. A lui l'Italia debe essere molto grata per quello che fa. Ma nel suo discorso che ho ascoltato con attenzione non ho letto nessuna autocandidatura». Ma il solo fatto che l'argomento sia entrato a far parte dell'agenda democratica è un segnale da non sottovalutare. L'impressione, infatti, è che il Pd stia per essere «giustiziato» dalla piazza giustizialista. Incapace di elaborare una strategia politica per battere il Cavaliere, Pier Luigi Bersani e i suoi sono tornati all'antico antiberlusconismo militante. Basterebbero le parole del presidente dei senatori democratici Anna Finocchiaro per capire qual è la situazione: «La presa di coscienza delle donne che si esprimerà nella manifestazione del 13, può portare alle dimissioni di Berlusconi. È un grande fatto politico. Innanzitutto per le dimensioni, poi perché è spontaneo: non è eterodiretto, non ha patronati di partiti». Insomma il momento è grave, la «società civile» scende in piazza, i partiti stanno a guardare. O magari lanciano proposte di contenuto come quella di una «santa alleanza» che tenga insieme tutti quelli che non ne possono più del Cavaliere. Due ipotesi che non piaccio affatto, ad esempio, all'astro nascente del Pd e sindaco di Firenze Matteo Renzi: «Sono convinto che non sarà la piazza a mandar via Berlusconi. Rispetto profondamente chi ci invita a cavalcare l'antiberlusconismo, ma penso che può vincere solo una sinistra che esca dal muro contro muro». E comunque, aggiunge, «penso che il Pd e la sinistra non debbano proporre Sante Alleanze che restituiscono una verginità a Berlusconi consentendogli di fare di nuovo la vittima». Un'idea condivisa anche da Nichi Vendola e da Luigi De Magistris («La grande alleanza potrebbe mandare a casa Berlusconi, ma il giorno dopo sarebbe incapace di governare»). Il Pd è avvisato. Nic. Imb.