Il processo breve torna in Commissione
Ilpresidente della commissione Giulia Bongiorno ha accolto così la richiesta del capogruppo del Pdl in commissione Enrico Costa di tirare fuori dal cassetto, dopo mesi di silenzio, il provvedimento che punta ad estinguere i procedimenti che non si sono conclusi nei tempi fissati dalla legge. «È all'esame della commissione dal gennaio dello scorso anno e sono state fatte numerose audizioni. È giusto ora - spiega Costa - che si torni a parlare del testo che potrebbe accelerare davvero i tempi della giustizia». L'intenzione della maggioranza sarebbe quella di rendere il progetto di legge «sempre utile al premier», ma «meno soggetto alle critiche». Il Guardasigilli Angelino Alfano, intanto, vorrebbe che non si chiamasse più «processo breve», ma di «ragionevole durata». Mentre il finiano Nino Lo Presti boccia il testo e chiede come mai non si tolga dal dimenticatoio anche il ddl anti-corruzione. Più diretto il commento di Felice Casson (Pd): «È di fatto un'amnistia permanente». In commissione Giustizia della Camera, comunque, se si dovesse votare il ddl, non si potrebbe fare affidamento su una maggioranza «granitica». Allo stato, il centrodestra può contare su 25 deputati, mentre l'opposizione (Bongiorno compresa) su 24. «Responsabili» compresi.