Silvio: ecco la rivoluzione economica
«State buoni. Il Quirinale ha ragione, stiamo tranquilli e seguiamo le indicazioni». La linea che detta Silvio Berlusconi da Bruxelles è chiara e non lascia molti dubbi. Nessuna levata di scudi, nessuna trincea. Tutt'altro. Linea soft, morbida e istituzionale sul federalismo, con un invito ai falchi di abbassare i toni. Ma il Cavaliere ha in serbo anche una sorpresa. Un asso di denari che calerà martedì prossimo. «Un piano straordinario per dare una grande scossa all'economia», così definisce Silvio Berlusconi il pacchetto di riforme economiche che la prossima settimana andranno in Consiglio dei ministri. «Si tratterà - dice il premier riferendosi alla modifca dell'articolo 41 per le imprese - di una rivoluzione copernicana, una svolta totale nei rapporti tra lo Stato e le imprese». Quella che inizierà lunedì sarà una settimana di fuoco. E, spiega il Cavaliere, non sono consentite sbavature. Attacca i suoi accusatori: «Assistiamo a questa vergogna», ormai «siamo una Repubblica giudiziaria, commissariata dalle Procure». E spera che martedì, quando i pm presenteranno la richiesta di rito immediato, il gip possa in parte respingerla. Nello staff del Cavaliere c'è, nelle ultime ore, un moderato ottimismo. Sembra infatti che il giudizio immediato possa essere chiesto non per il reato di prostituzione minorile ma solo per la concussione, peraltro fattispecie tipica del pubblico ufficiale. E dunque dovrebbe essere meno difficile per la difesa del premier ottenere lo spostamento al Tribunale dei Ministri. Altro discorso è la foto, che ritrarrebbe Berlusconi nudo attorniato da donne a casa sua. I suoi difensori, Ghedini e Longo, hanno detto che si tratterebbe di un falso o un fotomontaggio e hanno chiesto al garante dell Privacy di intervenire. Fin qui la partita a scacchi con le toghe. Poi c'è la politica. Incontrando il gruppo dei Responsabili l'altra sera Berlusconi ha annunciato che ci sono quattro arrivi dall'opposizione. Due dovrebbero essere i liberaldemocratici Tanoni e Melchiorre, altri due sarebbero finiani. Si fanno i nomi di Gianfranco Paglia e Francesco Proietti Cosmi, quest'ultimo ha lavorato a fianco di Fini per molti anni. Poi si è ragionato molto di posti e organizzazione. Il premier può assegnare un ministero, quello delle Politiche Europee (in pole position c'è Saverio Romano); un viceministro al Commercio Estero (Massimo Calearo) e otto sottosegretari. Se li concedesse tutti ai Reponsabili, la metà del nuovo gruppo sarebbe sistemato. Ma qui si complicano le cose, perché c'è da scegliere il capogruppo. La nuova formazione è piuttosto frazionata. Il leader potrebbe essere Silvano Moffa, che però non intende lasciare la guida della commissione Lavoro: non c'è incompatibilità. Quelli di NoiSud, essendo la componente più numerosa, reclamano loro il capogruppo. Gli ex finiani ora responsabili resistitono e sperano nei nuovi ingressi in modo da riequilibrare i numeri. Berlusconi, preso atto della situazione, ha fatto sapere di essere pronto anche a valutare un decreto per aumentare i posti al governo. Un modo anche per prendere tempo. Intanto si gloria di aver raggiunto la maggioranza assoluta anche alla Camera e prova a lanciare segnali di ottimismo: «Sono il leader europeo più apprezzato, sono al 51% nei sondaggi e i cittadini continuano a sostenermi», dice arrivando a Bruxelles. Pensa quindi alle prossime tappe e chiede un riequilibrio delle forze nella commissione bicamerale sul federalismo fiscale visto che adesso la situazione è di sostanziale parità: 15 a 15. E in serata i presidenti di Camera e Senato fanno sapere: «Qualora venga chiesto dai Gruppi interessati, per i Presidenti della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica nulla osta ad effettuare una verifica della composizione dell'organo medesimo sulla base del dettato legislativo e dell'attuale consistenza numerica dei gruppi parlamentari». Per il resto la linea sembra di rottura totale con Casini e Fini. Ma anche con Udc e Fli. Nessuna collaborazione sul territorio, soprattutto in vista delle prossime Comunali. La battaglia è già cominciata.