L'aiutino di Napolitano

Il Colle ha detto no, Napolitano sta con la sinistra. Peggio, è in combutta con Fini. Sono queste le interpretazioni che circolano tra i falchi e le teste calde del centrodestra e tra chi pensa che il sistema migliore per salvare tutto sia sfasciare tutto. Mi dispiace deludere chi s’alza al mattino e vuole bere il sangue del nemico a colazione, ma non è affatto così. La decisione del presidente della Repubblica di mettere nero su bianco che il testo del decreto sul federalismo è irricevibile è corretta. Non solo. In realtà il Colle salva da un sacco di guai il centrodestra. In particolare la Lega che incalzata dalla necessità di mostrarsi celodurista con il suo elettorato ha premuto per il decreto ma ben sapendo che Giorgio avrebbe risposto giustamente picche. Effetti della sindrome cospiratoria e dell’inciampo sulla barba da re Magio del finiano Baldassarri. Quando Napolitano chiede un passaggio in Aula, certifica un fatto procedurale necessario, ma dà alla maggioranza la possibilità di far balenare in aula, davanti al Paese, chi vuole la riforma e chi la rifiuta. Chi è contro i Comuni che hanno detto sì alla riforma, ora dovrà metterci la faccia e il portafoglio. Sono tantissimi i parlamentari di sinistra che non condividono la linea kamikaze della leadership democratica. E senza il federalismo, una riforma che premi gli enti locali e dia autonomia impositiva alle Regioni, di voti al Nord i geniacci del Pd ne vedranno ben pochi. Il passaggio in aula - se Berlusconi gioca bene la partita - può diventare il Gerovital del governo. Confermare e allargare la maggioranza, chiedere il riequilibrio della bicameralina. Solo gli sciocchi non colgono le potenzialità di questa occasione: Lega e Pdl possono perfino mandare i loro sherpa dai parlamentari dell’opposizione che erano perplessi del voto dei colleghi in commissione bicamerale, possono picconare la disciplina di partito di una sinistra la cui cifra culturale è passata dal centralismo al «centralinismo» democratico. Un lavoro di fine tessitura può aprire le porte della maggioranza ad altri soggetti stufi del muro contro muro. Tutto questo può accadere solo a patto che si persegua la linea del «fare politica» e non ascoltare chi invoca la guerra santa. Il centrodestra alla Camera ha la maggioranza: la usi. Una volta incassata la fiducia a Montecitorio e a Palazzo Madama, il federalismo avrà un compiuto senso e percorso istituzionale, Pdl e Lega avranno messo in cantiere un’altra riforma e altre frecce acuminate nella faretra di scorta per le elezioni anticipate. Così il Pd e i buontemponi del bar terzopolista a quel punto scopriranno che il no di Napolitano al centrodestra in realtà era un micidiale aiutino.