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"Gli 007 non controllano gli ospiti di Silvio"

Il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta

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Gli 007 dell'Aisi che vigilano sulla sicurezza del premier non hanno saputo che da mesi i cellulari delle ospiti della villa del premier erano intercettati dalla procura di Milano. Del resto, gli agenti dell'intelligence non hanno il compito di controllare gli ospiti privati di Berlusconi nella sua residenza di Arcore; la vigilanza all'ingresso è infatti affidata ad un servizio privato. Nonostante ciò, non ci sono falle nel dispositivo che protegge il premier e lui non è ricattabile. È quanto il sottosegretario Gianni Letta ha riferito al Copasir nel corso di un'audizione durata quasi due ore e mezza. L'audizione ha visto Letta «preso tra due fuochi». Da una parte gli esponenti della maggioranza che chiedevano conto del perché nessuno degli 007 avesse avvertito che le frequentatrici di Arcore erano intercettate; dall'altra, quelli di opposizione, che lamentavano l'ingresso nella villa senza controlli di tante persone potenzialmente spie o ricattatrici. Il sottosegretario, documenti alla mano, ha citato il «disciplinare» che regola l'attività degli agenti dell'Aisi (una quarantina di persone suddivise in vari turni) che vigilano sulla sicurezza del premier. Ebbene, ha risposto ai parlamentari della sua maggioranza, il disciplinare non prevede che i servizi possano interferire con le attività della magistratura; in questo caso con la procura di Milano che aveva aperto l'inchiesta sul caso Ruby. È stato Gaetano Quagliariello (Pdl) a lamentare il «pedinamento informatico» del premier, con una «ricostruzione, attraverso un incrocio di tabulati, di tutte le visite nella casa del premier ad iniziare dal 10 gennaio 2010, quando Berlusconi non era ancora sottoposto ad inchiesta». Ma Letta ha spiegato, secondo quanto riferito dallo stesso Quagliariello, «che l'ordinamento italiano non consente ai servizi di contrastare questa attività della procura, per non scalfire l'indipendenza della magistratura». Quindi, ha aggiunto, «se i servizi avessero saputo dei controlli avrebbero minato l'indipendenza della magistratura». Peraltro, dall'audizione è emerso anche come gli 007 non abbiano gli occhi posati su chi entra o esce da Villa San Martino. L'ingresso è infatti affidato a un servizio di vigilanza privata. E gli agenti dei servizi non controllano gli ospiti privati del premier. Tra i quali, hanno obiettato i membri di opposizione, potrebbe esserci chiunque, spie, ricattatrici o persone come Maristhelle Polanco, che aveva rapporti con un trafficante di droga poi arrestato. Anche questa volta Letta ha tirato in ballo il «disciplinare» degli 007 che non prevede che essi debbano fare questo tipo di attività, cioè i controlli sulle ospiti del presidente e sulle loro frequentazioni. Chi entra nella residenza è comunque conosciuto a Berlusconi ed al suo staff. Il sottosegretario ha tenuto però a dire chiaramente che «il premier non è ricattato nè ricattabile».

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