Il presidente Saleh getta la spugna
.Le opposizioni prendono coraggio e sfidano i governi. Nello Yemen sono state sufficienti poche manifestazioni, neppure numerose, per far gettare la spugna al presidente Saleh. Ieri alla vigilia della «giornata della collera» indetta dai movimenti per le libertà civili, Ali Abdullah Saleh, al potere da 32 anni, ha annunciato che congelerà la modifica costituzionale che gli avrebbe consentito di estendere il suo mandato, che scade nel 2013, e anche l'ipotesi di un passaggio di poteri al figlio. «Presento queste concessioni nell'interesse del Paese», ha detto Saleh ai deputati riuniti in seduta straordinaria. Il presidente ha anche rinviato le contestate elezioni politiche indette per il 27 aprile, per favorire la prosecuzione del dialogo con l'opposizione del Forum Comune, ma ha chiesto che cessino le proteste di piazza. L'opposizione, assente in aula, ha fatto sapere attraverso il partito Islah che le manifestazioni si terranno ugualmente nella capitale Sanaà. Le forze di polizia sono state messe in stato di allerta. Soprattutto si vuole evitare che i terroristi legati ad Al Qaeda possano approfittare la situazione per provocare incidenti. Le proteste di piazza, incoraggiate dalle rivolte in Tunisia e in Egitto, lunedì hanno indotto il presidente a ordinare un aumento degli stipendi, una riduzione delle tasse sul reddito e la creazione di un fondo per dare lavoro ai laureati e per estendere la sicurezza sociale in un Paese nel quale quasi metà dei 21 milioni di abitanti vive con meno di due dollari al giorno. Attesa carica di tensione a Damasco e ad Aleppo per le annunciate manifestazioni anti regime annunciate per sabato prossimo. Nonostante i parziali blocchi di internet, il profilo di Facebook delle opposizioni ha ricevuto migliaia di contatti. Si prevede che in piazza saranno in molti. Il presidente Bashar al Assad si è detto disposto a favorire le riforme, ma per evitare sorprese le forze di sicurezza sono state messe in stato di allerta. Situazione complessa anche a Gaza. Diverse migliaia di persone hanno aderito a un gruppo su Facebook che chiede agli abitanti della Striscia di scendere domani nelle strade e protestare contro l'amministrazione di Hamas. Lo riferisce il sito del quotidiano israeliano Haaretz, aggiungendo che la leadership del movimento islamico palestinese è preoccupata degli effetti delle proteste che stanno investendo l'Egitto e il mondo arabo.