Silvio prova a ripartire Riforma del Fisco o voto

Al lavoro. Il messaggio che palazzo Chigi fa filtrare per tutta la domenica è un Berlusconi all'opera. Nonostante il giorno di festa. Nonostante l'ultimo giorno della settimana sia dedicato al solito pranzo in famiglia con i figli. A sera gli uomini del Cavaliere fanno sapere che il presidente del Consiglio sta seguendo «con grande attenzione l'evoluzione degli eventi che stanno agitando sempre di più l'Egitto». E che il premier è ad Arcore e «viene costantemente aggiornato dal consigliere diplomatico di Palazzo Chigi, Bruno Archi, ed è, come di consueto, in contatto con il portavoce, Paolo Bonaiuti». Insomma, la linea è chiara. Governare. O almeno provarci, altrimenti non resterà che il voto. Prima delle urne si cerca di tornare alla normalità dell'azione di governo, di rimettere in moto il cantiere delle riforme. A cominciare da quella del Fisco. Il lavoro in questo senso era già stato incardinato dopo il voto di fiducia del settembre scorso. Giulio Tremonti aveva convocato quattro tavoli tecnici per mettere mano a una grande opera di riordino del Fisco. Si tratterebbe comunque di una riforma da fare con una legge delega, dunque non avrà efficacia immediata. Ma sicuramente si aprirà un ampio dibattito che, nelle speranze degli uomini del Cav, dovrebbe spostare l'attenzione su atti concreti più che sulle intercettazioni telefoniche. C'è anche una corrente di pensiero, all'interno del governo, che spinge perché qualcosa si anticipi subito. Magari sfruttando il decreto milleproroghe che proprio domani riprende la sua corsa al Senato.   Si parla anche di condono previdenziale, l'unico mai fatto da Tremonti, che consentirebbe di dare alle casse un po' di soldini per prendere subito qualche decisione. In quel caso si avvierebbe subito una riorganizzazione delle detrazioni per chi ha figli. E solo in un secondo momento - con la delega - si lavorerebbe a un provvedimento più complessivo che preveda anche il quoziente familiare, l'alleggerimento del peso delle tasse sulle famiglie numerose e monoreddito e un aiutino alle piccole e medie imprese. Sono ipotesi. Solo ipotesi. Soltanto domani Berlusconi tornerà a Roma e vedrà i vertici del Pdl. E dunque scoprirà un po' di carte facendo capire come intende procedere. Quella che appare chiara però è l'idea di ripartire dalla materia fiscale. Lasciando l'argomento più spinoso, la riforma della Giustizia, per marzo-aprile. Certo, la maggioranza potrebbe anche decidere di dare subito un impulso alla riforma del processo penale che giace a palazzo Madama da più di un anno e così da lasciare i provvedimenti di rottura per la primavera. Separazione delle carriere e riforma del Csm infatti devono comunque essere introdotte con una riforma costituzionale ed è probabile che Berlusconi non accelererà su questo terreno almeno fino al 17 marzo. Quel giorno termineranno le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia e sino a quel momento è noto che il presidente della Repubblica desidera una sorta di «tregua unitaria». Reggerà? Nella maggioranza aleggia un certo scetticismo. Ieri sera è stata interrogata Nicole Minetti, la consigliera regionale fedelissima del premier, indagata per sfruttamento della prostituzione. A questo punto la Procura di Milano dovrebbe aver terminato tutti i passaggi formali e quindi può procedere con la richiesta di rinvio a giudizio per il presidente del Consiglio. Che potrebbe arrivare già in settimana. Con allegata un'altra ondata di intercettazioni telefoniche.