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Santoro scaricato da D'Alema Bocciato il sit-in contro i giudici

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Michele Santoro in Raiperunanotte

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La furia devastatrice antiberluscononiana di Michele Santoro si è scontrata ieri con Massimo D'Alema che, pur menando fendenti contro il Cavaliere, non ha risparmiato una stilettata all'anchorman televisivo ormai capopopolo della manifestazione a sostegno dei magistrati in programma il 13 febbraio a Milano. «Credo che in un Paese civile non si debba andare in piazza per difendere i giudici; in un paese civile non si fanno manifestazioni né pro né contro la magistratura. I giudici sono fuori dalla politica» ha detto il presidente del Copasir ospite della trasmissione «In Mezz'ora». Un frase che di fatto getta a mare la presunta unità della sinistra italiana sull'unico punto sul quale l'unanimità non è sembrata mai in discussione, ovvero colpire ovunque e comunque il capo del governo. Peccato. Il teletribuno più famoso e livoroso della storia televisiva sentiva in mano l'investitura della minoranza rumorosa d'Italia per la guida delle truppe cammellate che, con la manifestazione di febbraio vogliono far sentire che in piazza l'opposizione esiste. La frase di D'Alema attenua sensibilmente l'impatto che Santoro contava di far sentire a Milano. Uno dei padri nobili della sinistra italiana non ci sta ad appoggiare sit-in e slogan a sostegno dei giudici italiani, e in particolare di quelli milanesi, e a lasciare il pallino del gioco politico in mano all'ultimo rampante protagonista del giustizialismo. Il distinguo del leader Maximo lascerà l'amaro in bocca a Santoro.   L'antipatia che domina le relazioni tra i due è cosa nota. Ma in un momento in cui si gioca forse lo scontro finale, nella ormai più che quindicinale battaglia contro Berlusconi, un'unità, anche forzata avrebbe sicuramente giovato alla causa. A ben vedere però la scelta di D'Alema di sfilarsi da una protesta di piazza come quella programmata per il prossimo 13 febbraio sa di mero calcolo politico. Manifestare a sostegno dei togati porta, anzi strattona, la magistratura nel bel mezzo dello scontro politico in atto nel Paese. Un favore secondo l'ex leader dei Ds proprio a Silvio Berlusconi che «vuole trascinare i giudici nel terreno della politica, vuole farne un nemico politico, ma non staremo a qeusto gioco. Del resto anche il Pdl, alla fine, ha rinunciato a fare la manifestazione...» ha spiegato D'Alema nell'intervista televisiva.   Insomma una stilettata alle ambizioni di Santoro motivata da ragione politica non disgiunta ovviamente dalla necessità di non lasciare spazio politico al tribuno dell'etere. Lo stesso calcolo che fatto il leader dell'Idv, Antonio di Pietro che, al contrario, non ha perso tempo ad annunciare invece nei giorni scorsi il suo appoggio a Santoro. «Il 13 febbraio sarò a Milano e parteciperò alla silenziosa manifestazione di fronte alla Procura. Ci sarò e ci saremo noi tutti dell'Italia dei Valori» ha detto l'ex Pm alle prese con il problema inverso rispetto a D'Alema. Lui che è stato il primo giustizialista della storia recente d'Italia non poteva farsi certo rubare il podio e la scena da Santoro.

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