Egitto in fiamme
Mubarak non convince la piazza e si affida ai generali per restare in sella. Dimesso il governo come promesso a Obama, Hosni Mubarak ha nominato suo vice Omar Suleiman, capo dei servizi segreti. La carica di vice presidente era vacante da 30 anni, da quando Mubarak aveva assunto il potere. Primo ministro un altro generale: Ahmed Safik già ministro dell'Aviazione. Tutte mosse che gli Stati Uniti considerano un'inutile melina mentre l'Ue fa appello perché cessino le violenze. Bocciato il rimpasto anche dagli oppositori. ElBaradei lo considera solo un modo «per prendere tempo» e invoca la formazione di un governo di unità nazionale senza Mubarak. Ma gli egiziani vogliono che il «faraone» se ne vada. A decine di migliaia in piazza per chiedere le dimissioni del rais con assalti ai ministeri rintuzzati a colpi di arma da fuoco dalla polizia. La gente sfida il coprifuoco: a migliaia restano per strada. Tanti altri provano a scappare: ieri sera sono rimasti bloccati all'aeroporto del Cairo tra 1.500 e 2.000 passeggeri, in maggioranza senza prenotazione e diretti verso Arabia Saudita, Emirati Arabi, Giordania e Libano. Si tratta, secondo fonti ufficiali, per metà di turisti e per metà di egiziani. Secondo la rete Al Jazeera almeno 19 jet privati decollati dal Cairo sono giunti ieri sera a Dubai: si tratterebbe di figure di primo piano dell'economia egiziana. La stessa televisione satellitare ha mostrato immagini di carri armati in movimento sommersi da manifestanti. Manifestazioni anche in altre città. Alle 16, ora locale, è scattato nuovamente il coprifuco, ma la gente non ha abbandonato le strade. L'esercito ha circondato con i tank piazza Tahrir (Liberazione), per impedire nuovi tentativi di saccheggio al Museo egizio. Nove persone sono state arrestate per questo assalto. In mattinata anche la Banca centrale e la Zecca erano state presi di mira dai rivoltosi. Scontri a Suez, Ismaila, Alessandria. A Rafah, al confine con Gaza, in una sparatoria sono stati uccisi alcuni poliziotti. Hamas ha chiuso il valico. I manifestanti sembrano intenzionati a ignorare il coprifuoco, nonostante gli appelli dell'esercito con i quali la popolazione sembra solidarizzare. Attraverso la tv di Stato, i vertici militari hanno chiesto alla popolazione di evitare gli assembramenti e di rispettare il coprifuoco. Rientrato dagli Usa il capo di stato maggiore egiziano, Sami Anan, ieri alla guida di una delegazione militare a colloquio con il Pentagono. Al Jazeera riferisce che l'esercito considera pericolosissimo l'attuale «vuoto di sicurezza»: le forze armate assicurano il loro impegno a non fare uso della violenza, ma di avere ricevuto «l'ordine di usare la mano pesante con chi viola il coprifuoco». I rivolatosi ora sono armati di molotov e di coltelli, ma sono comparse anche armi da fuoco. Nel frattempo, Ahmad Ezz, uno degli uomini d'affari più in vista del paese e segretario aggiunto del partito di Mubarak, si è dimesso e starebbe pensando di fuggire all'estero. Già a Londra sarebbero inoltre, stando sempre ad Al Jazeera, i due figli e la moglie di Mubarak. La notizia è stata però smentita dalla tv di Stato. Intanto la Cina ha cancellato dal web la parola «Egitto» temendo un contagio rivoluzionario.