Intercettare e non abusare
Sì alle intercettazioni, ma senza abusi. Questo strumento investigativo deve continuare ad essere utilizzato dai magistrati italiani, è indispensabile. È il primo presidente della Cassazione, Ernesto Lupo, a spiegarlo nella sua relazione durante la cerimonia di apertura dell'anno giudiziario 2011: quest'anno il «Palazzaccio» festeggia il centenario, poiché è stato inaugurato l'11 gennaio del 1911. In un clima politico giudiziario come quello che sta vivendo l'Italia, l'alto magistrato non ha esitato a sottolineare come le intercettazioni ambientali e telefoniche debbano essere usate: «Senza le armi da opporre alla criminalità organizzata sarebbero non soltanto spuntate, ma prove di qualsiasi efficiacia». Nella relazione di trecento pagine, Lupo fotografa la situazione della giustizia, confermando che i problemi che l'Italia si porta dietro da anni non sono stati ancora risolti. Tra questi, la lentezza dei processi, soprattutto civili, e la carenza di organico in molti distretti. Insomma, secondo Lupo la giustizia italiana è al collasso. Ieri nell'aula magna della Suprema Corte ha preso la parola anche il ministro della Giustizia Angelino Alfano. «Il percorso delle riforme andrà fino in fondo». E una stoccata ai magistrati è arrivata dal procuratore generale della Cassazione, Esposito Vitaliano, che ha richiamato al riserbo i colleghi, affermando che non si rendono conto «che una notizia o un giudizio da loro riferita o espressa assumono una rilevanza tutt'affatto diversa da quelli provenienti dalla generalità dei cittadini».