Soldi, sesso e case in cambio degli appalti per i lavori del G8 alla Maddalena.
Nelle23 pagine dell'avviso di chiusura indagine inviato agli indagati, i magistrati perugini hanno ricostruito il modo in cui il patto si sarebbe concretizzato e contestato a Bertolaso il reato di corruzione. Accuse che il capo della Protezione civile ha sempre negato, sostenendo di non aver mai preso denaro nè, tantomeno, di aver avuto rapporti sessuali con donne messegli a disposizione da Anemone. «Sono un servitore dello Stato», ha sempre detto, definendo «infamanti» le accuse. Per i pm, però, è proprio approfittando della sua qualità di capo Dipartimento, che Bertolaso avrebbe compiuto «scelte economicamente svantaggiose per la Pubblica Amministrazione» ricavandone «favori e utilità» di vario genere. I magistrati ne indicano quattro. L'appartamento in via Giulia, a Roma, messo a disposizione dal gennaio 2003 ad aprile 2007 da Diego Anemone che, tramite Angelo Zampolini, pagava un affitto di 1.500 euro al proprietario Raffaele Curi. Quando fu interrogato, Bertolaso disse che quella casa gli fu data da Angelo Silvano, un collaboratore del presidente di Propaganda Fide, il cardinale Crescenzio Sepe, a cui lui si era rivolto in un momento di difficoltà. Per i pm Bertolaso però avrebbe avuto anche 50mila euro in contanti, consegnati «brevi manu» dall'imprenditore il 23 settembre del 2008, la possibilità di usufruire in «più circostanze» di «massaggi» presso il Salaria Sport Village e la disponibilità, sempre al centro sportivo alle porte di Roma, di una ragazza brasiliana, Monica, «allo scopo di fornire prestazioni sessuali». Prestazione che sarebbe avvenuta la sera del 14 dicembre 2008, quando Bertolaso andò al centro sportivo. Quella sera i carabinieri del Ros intercettano una telefonata tra Monica e Regina Profeta, la ragazza (indagata) che secondo l'accusa avrebbe reclutato la giovane brasiliana. «No...tutto sicuro....non fece niente - dice Monica all'amica che gli chiede come è andata - ho fatto un massaggio meraviglioso...lui ha visto le stelle...non c'è niente da raccontarti...guarda...a lui è piaciuto...l'ha adorato». Tutti favori che avevano, secondo la procura, uno scopo specifico. Perché Bertolaso, scrivono i pm, «nel compiere atti contrari al proprio ufficio, connessi all'affidamento e alla gestione degli appalti, illegittimamente favoriva l'imprenditore edile Diego Anemone, interessato all'aggiudicazione degli appalti gestiti dalla struttura di missione».