"Nessuna festa hard I soldi? Piccoli aiuti"
Medici, architetti, cantanti, camerieri, ministri, guardie giurate, attrici, giornalisti e scorta. E non poteva mancare nella lunga lista la «protagonista»: Karima el Marough. Cioè Ruby. La difesa del Cav ha interrogato tutti, facendosi raccontare cosa sapevano delle presunte serate a «luci rosse» che sarebbero state organizzate, secondo i pm, nella villa del premier ad Arcore. Gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno depositato ieri la memoria difensiva alla Giunta per le autorizzazioni alla Camera, che si dovrà pronunciare sulla richiesta di perquisizione degli uffici di Giuseppe Spinelli, il fiduciario di Silvio Berlusconi. Per ora, all’interno della Giunta, composta da 21 membri, ci sarebbero due voti in più a favore del premier: la maggioranza, quindi, non accoglierebbe le richieste dei magistrati. «Non può escludersi un intento persecutorio della procura» nei confronti di Berlusconi. È quanto si legge nel testo della relazione di Antonio Leone (Pdl) davanti alla Giunta. Leone propone di negare l’autorizzazione alla perquisizione chiesta dai pm alla Camera. Il «fumus persecutionis» è una valutazione cui Leone dice di giungere sulla base di diversi elementi. Innanzitutto c’è l’incompetenza dei magistrati di Milano (il deputato Pdl rileva sia un «difetto di competenza territoriale», nel senso che a giudicare dovrebbe essere Monza, sia «l’omissione» da parte della procura di ogni tipo di argomentazione sul fatto che il reato non spetti piuttosto alla competenza del Tribunale dei ministri). E poi ci sono i dubbi «sulla effettiva utilità della perquisizione». Tutti i 29 testimoni ascoltati dai legali del Cavaliere hanno affermato che durante le serate non ci sono mai stati rapporti sessuali e che il premier non è mai rimasto da solo. E anche la stessa Ruby ha riferito agli avvocati di «non aver mai avuto alcun tipo di rapporto sessuale con Berlusconi. Ho detto al Cavaliere di essere in difficoltà per essere stata ripudiata» dalla famiglia dopo che si era «convertita al cattolicesimo». E ancora: «Nessuno, nè Berlusconi, nè altre persone mi hanno mai prospettato o anche solo suggerito la possibilità di ottenere denari o altre utilità in cambio di una disponibilità ad avere rapporti sessuali con Berlusconi». E sempre Ruby ha raccontato di aver detto al premier di essere figlia di una nota cantante egiziana e nipote del presidente Mubarak, che non avrebbe avuto buoni rapporti con sua madre. Ruby, comunque, ha ricevuto da Giuseppe Spinelli varie somme di danaro per un ammontare di almeno 8 mila 500 euro. Berlusconi un giorno «mi ha avvisato che mi avrebbe cercato una ragazza di nome Ruby e che potevo riceverla perché aveva bisogno di essere aiutata», ha spiegato Spinelli ai legali. Davanti ai penalisti si sono seduti, tra gli altri, il ministro Alfano, Lele Mora, Mariano Apicella, Carlo Rossella e Daniela Santanchè. Anche alcune ragazze che hanno frequentato la casa, come Barbara Faggioli. Non solo. Tra le ospiti del premier sentite da Ghedini e Longo, anche Ayda Yespica e il consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti, anche lei indagata nello stesso procedimento penale. Nella memoria viene inoltre spiegato come funziona la sicurezza della villa di Arcore. A parlarne Antonino Battaglia, responsabile di uno dei turni della sicurezza del presidente fin dal 1990. «Per quanto a mia conoscenza, l’identificazione avviene all’ingresso con contatti con la segreteria, non con controllo di documenti, ma con una lista di invitati che viene comunicata alla segreteria».