Montalbano bussa da Silvio
Intellettuali, non c’è dubbio. Ma sempre a senso unico. Guardano le contraddizioni. Ma solo quelle degli altri. Criticano il Cavaliere ma diventano ricchi (con merito) grazie all’azienda di famiglia. Roberto Saviano «prova» lo strappo dalla Mondadori. E Andrea Camilleri schiera il suo commissario Montalbano al fianco del pool di Milano. L’autore di Gomorra sembra aver scelto una guerra di trincea, di logoramento. Come chi vuole il divorzio, e fa di tutto perché sia il partner a chiederlo. Dopo il botta e risposta avuto con Marina Berlusconi per aver dedicato la laurea Honoris Causa in Giurisprudenza ricevuta dall’Università di Genova ai pm del pool di Milano che indagano sul premier, trova subito l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa e si concede una «scappatella». La mossa, per nulla casuale, è dotata di raffinata strategia: non solo lo scrittore pubblicherà in un nuovo libro in uscita il 2 marzo tutti i monologhi recitati in tv nella trasmissione Vieni via con me, ma - in barba alla «sua» Mondadori - lo farà per Feltrinelli. Il libro che si intitolerà appunto Vieni via con me conterrà - in «una versione ampiamente rivista e arricchita» - tutti i soliloqui televisivi e sarà introdotto da una prefazione in cui Saviano racconterà i retroscena della sua partecipazione al programma e svolgerà una riflessione «sul suo eccezionale impatto». Niente di nuovo sotto il sole, insomma. Ci toccherà risentire che «la macchina del fango» mette in pericolo la democrazia, che la ’ndrangheta al Nord cerca l’appoggio della Lega (chissà forse Maroni, questa volta, sarà costretto a pubblicare il suo elenco, magari proprio per Mondadori), che il governo ha fatto solo false promesse sui rifiuti a Napoli e sul terremoto all’Aquila. Ma per fortuna - per una questione di copyright - ci risparmieremo gli elenchi fatti in tv da Gianfranco Fini e Pier Luigi Bersani sui valori della destra e della sinistra. Non è molto, ma la notizia concede comunque un sospiro di sollievo. Saviano ha fatto sapere a tutti che la cosa lo ha rallegrato. «Sono molto contento - ha detto - che le storie di Vieni via con me siano diventate libro, perché non è stato facile farle arrivare al grande pubblico». Lo scrittore non si è poi lasciato scappare l’occasione per ribadire la solita tiritera: «Hanno cercato prima di zittirle, minacciando di non mandarle in onda, poi di contrastarle e, infine, di farle dimenticare il più in fretta possibile», ha accusato, riservando la stoccata finale - pur senza mai nominarla - al suo attuale editore, Marina Berlusconi: «La volontà della Feltrinelli di raccoglierle in un libro significa volerle difendere e allo stesso tempo renderle accessibili a chiunque vorrà. Significa farle diventare, di nuovo, storie di tutti». Alla casa editrice di donna Inge non è sembrato vero. Se dalla Mondadori assicurano che si tratta solo di una parentesi, che «Saviano è e sarà un nostro importante autore», Carlo Feltrinelli approfitta dell’occasione per coccolarsi un po’ quella che potrebbe diventare la sua nuova gallina dalle uova d’oro: «Siamo felici e orgogliosi di pubblicare Roberto Saviano. La sua voce - spiega - parla a milioni di persone. Faremo di tutto per aiutarlo a svolgere al meglio il suo fondamentale lavoro di racconto della realtà italiana. Mi dà speranza proprio la lettura di questo libro, perché accanto alla denuncia delle ferite vecchie e nuove del nostro Paese, c’è il racconto di storie coraggiose e di reazioni positive». La sviolinata è servita, insomma. Ieri, poi, è sceso in campo un altro habitué dell’antiberlusconismo militante, Andrea Camilleri. Lo scrittore, in realtà, per attaccare il Cav ha scomodato addirittura la sua creatura più famosa, il commissario Montalbano. Come tratterebbe lui il caso Ruby se gli venisse affidata l’inchiesta? Ma che domande... «Il commissario Montalbano agirebbe nello stesso identico modo nel quale stanno agendo i pm di Milano. Trovate è difficile averne, sarebbero romanzesche e non ce n’è bisogno, basta la realtà a superare la mia stessa fantasia», risponde, senza il minimo dubbio, lo scrittore siciliano. Che poi, neanche a dirlo, anche lui è un autore Mondadori. Anzi, come scrive Alessandro Trocino nel suo Popstar della cultura, è «uno che può permettersi il lusso di consumare una personale vendetta: affidare alle case editrici che non credettero in lui ai tempi della gavetta, come la Mondadori, le sue opere peggiori e riservare le migliori per Sellerio». Il tutto, continuando a far soldi grazie - ma sempre e comunque contro - al Cav.