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Il Pd litiga anche quando vince

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Pierluigi Bersani, segretario del Pd

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La notizia è che questa volta il Pd ha vinto. Dopo la batosta delle primarie di Milano in cui il vendoliano Giuliano Pisapia trionfò sul democratico Stefano Boeri, il partito di Pier Luigi Bersani si è riscattato a Bologna e Napoli. E chissà se il segretario, che meno di una settimana fa parlava di uno strumento che «si va logorando» e della necessità di «riformare le primarie per salvarle», avrà cambiato idea. Di certo c'è che anche quando vince il Pd non riesce a non litigare. Così, il giorno dopo, ecco le immancabili polemiche. Ma andiamo per ordine. Domenica i militanti sono stati chiamati alle urne per decidere i candidati democratici alle comunali di Napoli e Bologna. Tre gli sfidanti sotto le due torri: l'ex assessore della giunta Cofferati Virginio Merola (Pd), Amelia Frascaroli, sostenuta da Sinistra ecologia e libertà ma anche da Flavia Prodi, e l'indipendente Benedetto Zacchiroli. L'ha spuntata il primo con il 58,3% delle preferenze su un totale di oltre 28mila votanti. Una vittoria netta visto che Frascaroli si è fermata al 36%. Più complessa la situazione in Campania. Nel capoluogo partenopeo erano in quattro a contendersi la candidatura: tre espressione del Pd (l'europarlamentare Andrea Cozzolino, Umberto Ranieri e Nicola Oddati), uno espressione di Sel (Libero Mancuso). Qui la partita si è giocata sul filo di lana. Cozzolino ha raccolto il 37,3% contro il 34,6% di Ranieri (molto vicino al Capo dello Stato Giorgio Napolitano). Che tradotto significa 1200 preferenze di scarto su un totale di 45mila votanti. Ed è qui che nascono i problemi. Perché lo sconfitto non ci sta e accusa: il dato «è stato compromesso da alcune plateali e diffuse anomalie, particolarmente clamorose nella zona a nord di Napoli. È emerso con inoppugnabile evidenza che settori del centrodestra hanno intensamente lavorato per influenzare il voto, interessati a condizionarne l'esito». Il Pdl smentisce e Cozzolino replica: sul mio conto «vere e proprie schifezze». Ma il sasso è lanciato. Stamattina verrà proclamato il vincitore, quindi ci saranno 48 ore di tempo per fare ricorso. Lo presenteranno sia Mancuso, sia Ranieri che potrà contare sull'appoggio di Oddati. E venerdì a Napoli arriverà Bersani per la due giorni dell'assemblea nazionale. Lo scontro è assicurato anche se per ora Pier Luigi ha evitato commenti e si è limitato a chiamare i segretari regionali e provinciali, in Emilia Romagna e Campania, per complimentarsi per l'esito delle primarie. Richiamando poi tutti all'unità per vincere la sfida delle amministrative. Anche Romano Prodi ha rotto il suo silenzio per celebrare «la vittoria della democrazia» che è andata in scena a Bologna. Mentre Nichi Vendola la prende sportivamente senza rinunciare a punzecchiare i Democratici: «Non ho la presunzione che debbano vincere ovunque quelli che vorrei io che vincessero, e credo che questo possa tranquillizzare il Pd». L'impressione, però, è che presto altri nodi verranno al pettine. La vittoria di Cozzolino è, di fatto, una vittoria del suo principale sponsor Antonio Bassolino. Prova evidente che, in alcune zone d'Italia, il Pd non riesce a liberarsi di quelli che Walter Veltroni aveva definito «capibastone».

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