A Napoli i Democratici ci rimettono la faccia
Accusedi brogli e di voti di camorra, risse sfiorate e addirittura un assedio davanti alla sede del Pd provinciale. L'ennesima figuraccia del partito di Bersani va in scena a Napoli dove il risultato delle primarie per scegliere il candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative rischia di essere cancellato. Per il momento è già andata in frantumi l'immagine dei Democratici. Perché le accuse che Umberto Ranieri, candidato sconfitto, muove al vincitore, il bassoliniano Andrea Cozzolino che lo ha superato di circa 1200 schede quasi tutte concentrate nei quartieri di Forcella e Secondigliano, sono pesanti assai: brogli, voti comprati per pochi euro con tanto di foto e video che ritraggono il «mercimonio», cinesi spediti ai seggi per aggiudicarsi il risultato, pericolose partecipazioni al voto di personaggi vicini alla camorra. Un mix letale che, tre giorni dopo le primarie e con una polemica che di giorno in giorno è salita sempre più di tono, ha spinto il segretario Pier Luigi Bersani ad annullare l'assemblea nazionale che si doveva svolgere a Napoli domani e sabato e a rinviarla a febbraio. In attesa che la commissione di garanzia del partito decida se annullare o meno la consultazione. «La situazione a Napoli stava diventando inaccettabile – ha spiegato ieri il segretario del Pd – Non possiamo permettere che le cose che succedono lì scalfiscano il nostro messaggio al Paese». Più di uno però tra i Democratici, vista la figuraccia rimediata, chiede che il partito la faccia finita con questo tipo di consultazioni. «Credo che dopo Napoli occorra riflettere seriamente sulle primarie e magari evitare di farne un oggetto di culto – commenta il senatore Marco Follini – C'è un limite anche all'autolesionismo di partito». E il deputato Giorgio Merlo rincara: «Il triste spettacolo di Napoli ci dice una cosa sola: adesso questo strumento va perlomeno rivisto e regolamentato. Con il rispetto dovuto per tutti gli ultrà delle primarie, il Pd non può non prendere atto del profondo malcostume che, purtroppo, accompagna questo strumento tecnico. Come tutte le regole, hanno un senso se sono chiare, trasparenti e credibili. E, soprattutto, se sono politicamente utili e funzionali ad un obiettivo che non sia la rincorsa ridicola del nuovismo». Ma l'immagine del baratro in cui è sprofondato il Pd la dà l'assedio che ieri hanno fatto i sostenitori di Cozzolino alla sede provinciale del Pd. Attaccando con urla e insulti il segretario Nicola Tremante colpevole di avere sospeso il risultato delle primarie dopo essersi reso conto che c'erano troppi punti oscuri. Andrea Cozzolino da parte sua non ha però alcuna intenzione di rinunciare. E anzi difende la sua vittoria: «Legalità e trasparenza sono per me i valori di una vita – é il commento – e devono essere le priorità del Pd e del centrosinistra, soprattutto a Napoli e nel Mezzogiorno. Domenica scorsa più di 44 mila cittadini hanno partecipato liberamente alle primarie e, legittimamente, hanno scelto il loro candidato sindaco. Dobbiamo saper tutelare la volontà espressa da migliaia di napoletani onesti e rispettare l'impegno di centinaia di militanti, senza arrendersi mai a chi tenta di inquinare il voto». Una situazione infuocata che ha dato l'ennesima occasione a Roberto Saviano di dire la sua: «Bisognerebbe rifare le primarie e chiarire immediatamente tutto. È una bruttissima storia e l'immagine del Pd non ne viene rafforzata». Così lo scrittore si spinge anche a proporre un nuovo candidato, il magistrato Raffaele Cantone, a suo tempo suggerito anche da Walter Veltroni: «C'è da dire che in queste ore si rimpiange suo nome, sarebbe stata una garanzia contro tutto questo». E Cantone potrebbe essere l'uomo su cui convergerebbe tutto il Pd. Ma prima ci sono da convincere gli altri partiti che hanno partecipato alle primarie. E soprattutto Andrea Cozzolino.