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Silvio prepara la piazza

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Silvio Berlusconi

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La piazza, la piazza. Nel Pdl ormai è una voce che gira da qualche giorno. E sempre più insistentemente. C'è già la data: il 13 febbraio. Il centrodestra tornerà in piazza. O meglio: nelle piazze. Non una ma più manifestazioni in alcune delle principali città italiane a sostegno di Silvio Berlusconi. E lui? Che farà? Apparirà in video sui maxischermi allestiti in tutti i luoghi e farà un discorso in contemporanea. Certo, sa un po' di Grande Fratello (non quello della Marcuzzi ma quello di George Orwell in «1984»). E infatti si stanno studiando delle soluzione alternative. Ma ormai sono dettagli. Da una decina di giorni il settore iniziative movimentiste del Pdl, guidato da Michela Vittoria Brambilla e Luca Sbardella, sta lavorando nel silenzio. Anche i giovani, che ora hanno con Annagrazia Calabria una nuova coordinatrice, sono stati allertati e potrebbero fare iniziative-spot come tappe di avvicinamento. Berlusconi sembra galvanizzato: «Il caso si sta sgonfiando, le prove vengono meno e persino le testimonianze non stanno in piedi. Avete visto la Macrì? Ora la gente comincia ad aprire gli occhi, noi dobbiamo aiutarla». La piazza, dunque. Poi c'è il palazzo. E oggi la maggioranza è chiamata alla prima prova fondamentale: si vota la sfiducia al ministro della Cultura, Sandro Bondi. È stato proprio lui a volere subito il voto. Pdl e Lega, assieme ai Responsabili, dovrebbero avere i numeri. Ma Bondi appare intenzionato comunque a dimettersi, a lasciare l'incarico ma avendo avuto l'approvazione del Parlamento. Girano già i nomi dei sostituti: quello più gettonato è quello di Paolo Bonaiuti, attuale portavoce del premier. Dopo, altre prove - anche più dure - aspettano la maggioranza. Per esempio il voto sulla richiesta di autorizzazione alla perquisizione della segreteria di Berlusconi, quella che contiene le intercettazioni che hanno inondato i media in questi giorni. In quel caso sarà necessario tornare a raggiungere quota 316 «sì», ci sono ancora due voti da raccattare. La linea che il premier ha spiegato ai big del Pdl riuniti ieri sera a cena a Palazzo Grazioli è «spezzare l'assedio». Uscire dall'angolo. Berlusconi giudica positivamente per esempio la sua performance dell'altra sera alla trasmissione di Lerner (secondo la Vidierre ha fatto guadagnare 70mila spettatori in meno di due minuti). L'immagine dell'uomo che alza la voce sembra convincente. Silvio è convinto che entusiasmi i suoi elettori, bombardati dalla valanga di messaggi negativi. Non si escludono nuovi blitz. Poi c'è un punto più politico. Riguarda la nuova strategia, quella di tornare all'attacco. Cercare anche di riconquistare nuovi voti in Parlamento, ieri il premier ha visto Silvano Moffa per fare il punto della situazione. Nei prossimi giorni sarà messa in pratica una tattica che mira a «sfasciare il Terzo polo». Il primo grimaldello sono le nuove carte arrivate dal paradiso fiscale di Santa Lucia, dove si trovano le società off shore che hanno comprato da An l'appartamento di Montecarlo dell'eredità Colleoni. Documenti che testimonierebbero la proprietà del cognato di Fini, Giancarlo Tulliani. Carte che sono ora custodite alla Farnesina. In un video del 25 settembre lo stesso Fini aveva detto che se fosse saltata fuori quella prova lui si sarebbe dimesso. Ieri pomeriggio uscendo dall'Aula, il presidente della Camera sbotta: «È tutta roba che mi scivola addosso, ormai sono impermeabile a questo fango». Ragiona Donato Lamorte, uno degli uomini a lui più vicini: «Ma che attendibilità hanno queste carte? Si erano rivelate delle patacche». Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, ha fatto sapere che sono a disposizione di chi le chiederà. Ma la Procura di Roma, che stava indagando sul caso, ha risposto di non essere interessata. Allora il Pdl ha adottato una strategia sottile. È stata presentata al Senato un'interrogazione da Luigi Compagna (Pdl) con la quale si chiede al titolare della Farnesina di render noti tutti i documenti in suo possesso: è probabile che Frattini risponda molto presto a quel quesito rendendo pubblico il contenuto del plico arrivato dal paradiso fiscale. È l'inizio del diluvio. Già ieri in conferenza dei capigruppo Pdl e Lega hanno contestato l'imparzialità del presidente della Camera. Non era una schermaglia. Berlusconi non ha digerito che nel weekend Fini si sia recato a Reggio Calabria per partecipare ad un convegno assieme ad Antonio Ingroia, il magistrato che sta indagando sulle rivelazioni di Ciancimino junior. Il quale, sebbene per molti versi è risultato essere inattendibile, è stato preso molto sul serio quando ha accusato Berlusconi. Guarda caso.  

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