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E la Macrì si contraddice

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La corsa di Nadia Macrì mentre si reca, scortata dagli agenti in Procura a Milano per essere ascoltata sul caso Ruby

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Non si ferma il lavoro dei pm milanesi che indagano sul «caso Ruby». Ieri pomeriggio hanno infatti sentito come persona informata sui fatti, per la seconda volta, Nadia Macrì. La escort aveva dichiarato venerdì scorso di aver partecipato a serate ad Arcore in cui era presente anche Ruby e di aver visto quest'ultima riscuotere del denaro come ricompensa per prestazioni sessuali offerte al premier. Ieri sera, invece, ha detto il contrario, in tv, a La7: «Io non ho detto che ho visto là Ruby. Io ad "Annozero" ho detto che ho visto una marocchina giovane simile a Ruby». Insomma, la escort si contraddice di nuovo. Quanto all'attendibilità delle dichiarazioni della donna, il procuratore Edmondo Bruti Liberati ha detto: «Sono conclusioni che tireremo prossimamente e non intendo anticipare nulla». La sensazione è che le affermazioni della Macrì, apparsa confusa sulle date delle sue presenze ad Arcore, non siano considerate decisive per formulare la richiesta di giudizio immediato a carico del Cavaliere. La escort Nadia Macrì è stata infatti ad Arcore per partecipare ad una festa, ma non insieme a Ruby. Secondo quanto emerso, la ex cubista di Reggio Emilia, dall'analisi delle celle telefoniche, è stata a Villa San Martino non nella notte tra il 24 ed il 25 aprile come aveva affermato, ma attorno alla metà di maggio. Nadia Macrì non avrebbe dunque incontrato ad Arcore Ruby, la cui presenza in villa, sempre dalle analisi tecniche, risulta nel week end del 25 aprile e nel ponte del primo maggio. Ieri è stato anche il giorno del contrattacco della difesa di Berlusconi. Mentre la procura ribadisce l'intenzione di chiedere il rito immediato, sul tavolo del procuratore capo Edmondo Bruti Liberati sono arrivati gli esiti delle indagini difensive svolte dagli avvocati Piero Longo e Niccolò Ghedini. Documenti che hanno lo scopo di dimostrare l'innocenza del premier, accusato di concussione e prostituzione minorile. Nel fascicolo difensivo sono contenute le deposizioni di una ventina di persone sentite dai legali, tra cui alcune ragazze ospiti nella residenza del premier, che avrebbero ricondotto a un contesto di normali cene tra amici gli scenari «hot» ipotizzati dall'accusa. E sempre ieri i legali di Berlusconi hanno presentato una memoria di tre pagine (con alcuni allegati) in Giunta per le Autorizzazioni della Camera nella quale si sostiene l'assoluta incompetenza della procura di Milano ad occuparsi del «caso Ruby».

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