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Auto e barche di lusso Chi le usa paga dazio

finanza

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Una tassa che non recupera un gettito da capogiro ma che alle fine ha un valore simbolico enorme per un governo di sinistra. Vuoi mettere: «Togliere ai ricchi per dare ai poveri» è un pensiero che è iscritto a chiare lettere nel manuale di ogni giovane e anche vecchio marxista. Non a caso il primo a introdurla e realizzarla in Europa fu nel lontano 1981 il presidente francese, socialista, Francois Mitterand. Anche il nome della tassa evocava la ricerca della giustizia distributiva: «Impot de solidarieté sur la fortune» (leggasi Imposta di solidarietà sulla fortuna patrimoniale si intende). Fu soppressa. Ma anche reintrodotta dalla parte avversa salita nel frattempo al potere. Anche nella nuova formulazione l'incasso non supera l'1% delle entrate complessive dello stato francese. Insomma sempre poco rispetto alla sua portata ideologica. In fondo la patrimoniale più che ricerca di fondi è un vessillo, un'arma di provocazione in un contesto di contrapposizione ideologica tra padroni e lavoratori. Uno schema scavalcato dalla storia ma considerato sempre attuale. Fin qui la connotazione filosofica della tassa più odiata dai ricchi e acclamata dai meno abbienti. Eppure tra i tecnici ministeriali e gli esperti si sta facendo strada un'ipotesi che assomiglia molto al balzello sulla proprietà, ma che avrebbe una portata veramente rivoluzionaria almeno in Italia, e cioè far pagare finalmente i furbi. Che sono sì ricchi ma a spese degli onesti. Una riforma che forse potrebbe essere condivisa da tutte le parti politiche. A prescindere dagli ideali. L'idea è quella di considerare indici di ricchezza determinati beni: macchine di lusso, mega yacht, case lussuose, e anche elicotteri e aerei privati. Da prendere come elementi che denotano capacità reddituale elevata e che possono essere colpiti senza temere di penalizzare i meno abbienti. Qualunque dichiarazione dei redditi diventa, infatti, carta straccia se chi la fa arriva in un porto a bordo di una barca il cui pieno di benzina costa 5 mila euro. O allo stesso modo chi dichiara un reddito modesto e gira in Ferrari o in Maserati. Così come su aerei ed elicotteri. Una patrimoniale seria può colpire questi beni in maniera secca. I dati per scovare a chi fanno riferimento sono già nelle banche dati a disposizione delle Entrate. In tanti, infatti, per sottrarsi alla tassazione intestano beni del genere a società di comodo. L'idea è quella di assoggettare a tassazione il bene a prescindere da chi lo usa o ne ha l'effettiva titolarità. Un'ipotesi del genere avrebbe l'effetto di scovare come detto i furbi e di non toccare il principale cespite che nell'economia classica individua la ricchezza e cioè la proprietà immobiliare. Difficile continuare a considerare, in un paese nel quale oltre il 90% delle famiglie ha la casa di proprietà, l'immobile l'unico parametro disponibile per colpire la ricchezza. Una patrimoniale sulla casa insomma non sarebbe digerita dai cittadini di ogni credo politico. Ma una anti furbi non avrebbe probabilmente problemi a passare. Indipendentemente da chi la proponga.

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