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L'ultima follia di Fini: Berlusconi si dimetta

Gianfranco Fini

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Gianfranco Fini chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi. Tradotto, vuol dire che il presidente della Camera, eletto con i voti della maggioranza, vuole che il premier, che è anche il leader di quella maggioranza, lasci il suo incarico. Un fatto che non ha precedenti nella storia della Repubblica italiana. Uno sgarbo istituzionale, e politico, che fa capire come ormai il capo di Futuro e Libertà pensi che il Cavaliere sia a un passo dalla caduta. Per settimane, dopo il voto del 14 dicembre, Fini è infatti rimasto in silenzio a digerire lo smacco subìto alla Camera. Con i suoi si è preparato a una lunga lotta di logoramento nei confronti di Berlusconi. Ma il caso Ruby sembra aver ridato fiato alla sua speranza di una fine anticipata del premier. Così sabato da Reggio Calabria è tornato ad attaccarlo violentemente e ieri ha piazzato l'affondo finale: Berlusconi si deve dimettere. Lo ha fatto con un'intervista al Corriere Adriatico alla vigilia del primo congresso regionale di Futuro e Libertà nelle Marche che si svolgerà ad Ancona. Lei, è la domanda del quotidiano, ha osservato un silenzio istituzionale sul Rubygate, ma gli esponenti di Fli in più occasioni hanno parlato di necessità di dimissioni del premier. Cosa ne pensa? «Ovviamente – è stata la risposta del presidente della Camera – condivido le loro dichiarazioni». Incurante di tutte le volte che è stato chiesto a lui di dimettersi dopo la vicenda della casa di Montecarlo – invito al quale Fini ha sempre risposto dicendo di non avere alcuna intenzione di lasciare il suo incarico non avendo nulla da doversi rimproverare – il leader di Futuro e Libertà stavolta ha giocato a ribaltare la situazione. Berlusconi, che ha passato il fine settimana ad Arcore, ai suoi ha detto di essere «disgustato» del comportamento del suo ex alleato. E di essere ormai convinto che l'unico obiettivo di Gianfranco è farlo cadere. Alla faccia di qualsiasi responsabilità istituzionale. Contro Fini ieri è sceso in campo tutto il Pdl. «Con questa richiesta – attacca il capogruppo alla Camera Fabrizio Cicchitto – Fini dimostra di non essere affatto super partes. Piuttosto deve essere lui a dimettersi da presidente della Camera per condurre a viso aperto la sua battaglia politica senza godere di una posizione istituzionale che di per sè invece lo pone al di sopra delle parti». Nella vicenda interviene anche il ministro degli esteri Franco Frattini. «Abbiamo una situazione molto curiosa, di un presidente della Camera che è diventato il capo di una fazione, di un piccolo partito. Quindi semmai la stranezza è questa. Il presidente del Consiglio ha un consenso forte degli italiani, ha il dovere di governare». E contro Fini si è mosso anche il Movimento per l'Italia di Daniela Santanché che ha organizzato per mercoledì davanti alla Camera un sit in dalle quattro di pomeriggio alle otto sera per chiedere che il leader di Fli lascia la sua poltrona. A difenderlo è rimasto Pier Ferdinando Casini che ha approfittato della polemica per attaccare ancora una volta il Cavaliere: «Quello di Berlusconi è un autogolpe, basta con l'alterazione della realtà. Si è lamentato di un colpo di Stato di Fini ma è stato lui a cacciarlo dal Pdl». E Italo Bocchino, capogruppo di Fli alla Camera si dichiara addirittura scandalizzato che qualcuno possa chiedere al suo Gianfranco e non al Cavaliere di farsi da parte: «Chiedere le dimissioni politiche di Fini mentre la stampa nazionale e internazionale si occupa del Bunga Bunga di Berlusconi, è da incoscienti».

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