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Il Cav non va in procura e i pm accelerano l'indagine

Il premier Silvio Berlusconi

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La procura di Milano se lo aspettava. Sapeva già che il presidente del Consiglio Berlusconi non si sarebbe presentato in procura per essere interrogato. Una scelta, quella del premier, che non ha in alcun modo stupito i magistrati milanesi. Anzi. Appena hanno letto le quindici righe scritte dalla difesa del Cavaliere, gli inquirenti hanno deciso di dare un'ulteriore accelerazione alle indagini, tanto che entro metà febbraio dovrebbero depositare la richiesta di giudizio immediato per il presidente del Consiglio indagato per concussione e prostituzione minorile. I legali di Silvio Berlusconi, Piero Longo e Niccolò Ghedini, hanno sostenuto che la competenza dei reati ipotizzati a carico del premier nell'inchiesta sulle feste ad Arcore è del Tribunale dei ministri. Il fax dei penalisti è stato inviato direttamente al procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati. I magistrati, secondo quanto spiegato nel palazzo di Giustizia milanese, avevano già studiato «quintali di giurisprudenza» prima di decidere di chiedere per il premier il giudizio immediato, sostenendo che avevano già preso in considerazione le messe difensive che avrebbero fatto i legali di Berlusconi. Ghedini e Longo nei prossimi giorni potrebbero rivolgersi alla procura generale ma solo per quanto riguarda la competenza territoriale che potrebbe essere dei magistrati di Monza: il funzionario della Questura di Milano ricevette la telefonata del premier per il rilascio della giovane marocchina Ruby la notte tra il 27 e il 28 maggio 2010 a casa sua a Sesto San Giovanni. Il presunto favoreggiamento della prostituzione si sarebbe invece concretizzato nella villa del premier ad Arcore. La richiesta di rito immediato da parte della procura non partirà comunque a breve. Gli inquirenti devono ancora esaminare il materiale acquisito durante le perquisizioni avvenute il 14 gennaio. Appena avranno valutato ciò che hanno sequestrato gli investigatori, decideranno cosa inserire nell'istanza da inviare al giudice per le indagini preliminari Cristina Di Censo. E intanto ieri la ex escort Nadia Macrì avrebbe consegnato ai pm foulard e gioielli per dimostrare di aver ricevuto regali dal premier Berlusconi. La ragazza, ascoltata per cinque ore, avrebbe confermato che il 24 aprile ha partecipato a una festa a casa del premier e di aver visto Berlusconi consegnare a Ruby 5 mila euro. Versione che comunque è adesso all'esame dei magistrati. Accanto all'inchiesta della procura, scoppia anche un caso politico-giudiziario. Una petizione per mandare via la consigliere regionale lombarda, Nicole Minetti, al centro dell'inchiesta, l'ha lanciata una giovane militante del Pdl, Sara Giudice, 25 anni, laureata con tanto di master e contratto di lavoro in una multinazionale. Stessa età, stessa passione e colore politico, Sara Giudice rivendica attraverso una pagina Facebook, il diritto ad avere «altri rappresentanti per le Istituzioni».

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