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Ma Santoro fa finta di niente e scarica la colpa sulla escort

Michele Santoro

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Michele Santoro non sbaglia mai. Annozero non sbaglia mai. E così, anche stavolta, la colpa è di qualcun altro. Certo, in questo caso specifico, era difficile sostenere la tesi secondo cui responsabile dell'aver spiattellato in tv il numero di cellulare di Silvio Berlusconi era colui che è responsabile di ogni cosa - dalle stragi di mafia al terremoto dell'Aqulila - e cioè Silvio Berlusconi. Sarebbe stato azzardato anche pensare al direttore generale Rai, Mauro Masi. E allora Santoro ha ben pensato di lavarsene le mani: «Il numero di telefono di Berlusconi? Lo ha fatto vedere Nadia Macrì, mostrandolo a Sandro Ruotolo a conferma di quello che stava dicendo. E giustamente Ruotolo ha nascosto le ultime cifre», si è giustificato il conduttore di Annozero. I più cattivi potrebbero insinuare che Ruotolo, professionista qual è, conoscendo le carte, avrebbe potuto ricordare che nelle 389 pagine di verbale consegnate dalla procura di Milano alla Giunta per le autorizzazioni della Camera erano visibili proprio quelle cifre che lui teneva nascoste, scritte e non coperte da omissis sull'agenda della escort brasiliana Michelle. Incrociare i dati era - ed è stato - un gioco da ragazzi. Non volendo arrivare a tanto, volendo credere alla buona fede di Santoro e compagni, c'è un'altra cosa che non quadra. Nonostante il dito di Ruotolo, nel video si possono tranquillamente vedere nove delle dieci cifre che compongono il numero di cellulare del Cav. La penultima si vede solo parzialmente, ma è più che intuibile che si tratti di un tre. Ora, va bene la buona fede, ma chiunque sarebbe stato in grado di entrare in possesso di un'utenza privata del presidente del Consiglio semplicemente facendo 10 tentativi diversi e digitando come ultima cifra i dieci numeri compresi tra "0" e "9". Vi sembra una tutela della privacy sufficiente? C'è di più. Se l'intervista a Nadia Macrì fosse stata fatta in diretta, si sarebbe potuto - forse - giustificare Ruotolo. Si sarebbe potuto dire: «Il giornalista ha creduto di aver coperto il numero in modo corretto, ma ha sbagliato». Solo che non è andata così. L'intervista è stata mandata in onda spezzettata. È stata girata e montata prima. In fase di post produzione, il numero del «presidente Silvio Berlusconi» si sarebbe potuto oscurare o sfocare. In parte l'immagine, in realtà, viene anche alterata. Ma le cifre no. Quella di lasciarle ben visibili è stata - evidentemente - una scelta. E non di Nadia Macrì. Ma di Michele Santoro e dei suoi.

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