«Il conduttore di Annozero ha sbagliato Almeno deve prendersi la responsabilità»
.Santoro non può dire che "se é quello il numero del cellulare di Berlusconi, non l'abbiamo dato noi" scaricando tutte le colpe su Nadia Macrì». Enzo Jacopino, presidente dell'ordine nazionale dei giornalisti, non ha dubbi nel giudicare quanto ha visto ad Annozero, la trasmissione condotta da Michele Santoro. E poi, ricordando il discorso pronunciato ieri mattina alla presenza del Capo dello Stato in occasione della celebrazione della Giornata dell'Informazione al Quirinale, aggiunge: «Noi giornalisti dobbiamo ricordarci sempre che le parole sono armi. E, quando sono scritte o pronunciate in una trasmissione televisiva hanno un impatto ancor più devastante e rischiano di segnare le persone come un marchio indelebile qualunque poi sia la verità accertata. Ecco perché non mi stancherò mai di battermi affinché i giornalisti agiscano sempre con scrupolo e con senso di responsabilità». Presidente Jacopino, ad Annozero tra le riproduzioni delle intercettazioni e il numero di cellulare del premier ben identificabile, di senso di responsabilità ne abbiamo visto poco... «Distinguiamo i due capitoli. Sulle intercettazioni ho sempre detto che gli stralci di telefonate che i giornali riportano non sempre rendono la verità dei fatti. Se a questo poi ci aggiungiamo che i magistrati, giustificandosi dicendo di non aver avuto il tempo per farlo, non tolgono dagli atti le conversazioni strettamente personali come ad esempio accadde per lo scandalo dell'Aquila, allora un problema c'è». Ovvero? «Ben vengano le intercettazioni e la loro pubblicazione se questo serve a denunciare che qualcuno se la rideva per gli affari che avrebbe fatto all'Aquila dopo il terremoto, ma quando si decise di pubblicare le vicende personali di uno degli intercettati dell'inchiesta sul G8, allora quegli articoli sono l'esempio di un giornalismo che non fa un servizio ai cittadini». E per quanto riguarda il numero di telefono del premier? «Non facciamo diventare quell'episodio un dramma. Non sono daccordo con Santoro quando non si assume le sue responsabilità ma quello che mi ha più colpito è stata l'inaudita violenza con cui una nostra collega ha voluto strappare qualche dichiarazione a Marystelle, una delle ragazze inserite nell'inchiesta. È logico che queste ragazze poi si scagliano contro i giornalisti quando noi stessi superiamo i limiti. E, me lo lasci dire, i limiti li superiamo spesso. Basta pensare ad Avetrana e a Brembate».