"Silvio deve fare più feste"
Lo «stipendio» che prendevano partecipando alle feste poteva sparire da un momento all'altro. I regali che le ragazze ricevevano frequentando la villa ad Arcore sarebbero svaniti nel nulla. E loro erano terrorizzate al solo pensiero di non tornare più a casa con qualche migliaia di euro o con doni preziosi. È quanto emerge dalle intercettazioni telefoniche delle giovani che vivono in via Olgettina 65, dopo aver saputo che Silvio Berlusconi aveva intenzione di ridurre il numero delle feste nella sua residenza frequentata anche da Emilio Fede e Lele Mora, entrambi indagati dalla procura di Milano. Non solo. Bastava che le ragazze non venissero invitate dal premier e già cominciavano a lamentarsi, pensando a come riuscire a mangiare e a pagare le lezioni in palestra. Arrivando addirittura a ipotizzare di rubare qualcosa in casa del presidente del Consiglio e rivendere la merce su internet. Il 4 ottobre, alle 17.54, due giovani parlano al telefono e dicono che se diminuiranno le cene «la gente si presenterà davanti alla casa di lui e vorrà entrare a forza». Una delle due ipotizza anche che lui voglia ridurre le feste e «propone di rubare qualcosa in casa, magari una una bottiglia di vino o una foto sua da giovane, per poi rivenderla su Ebay a qualche fans». La ragazza il 9 ottobre parla con il consigliere regionale della Lombardia Nicole Minetti, ex igienista del premier: Barbara: «Poi adesso mi rimangono 1000 euro, quindi devo far cassa». Minetti: «Per forza, vedo un buio sto weekend». B.: «Perché devo pagare... devo pagare 1000 euro in palestra, le lezioni, non le ho ancora pagate». Minetti: «La vedo molto buia questo weekend». Tre giorni dopo, invece, altre due giovani si sfogano tra di loro, sostenendo che non sanno come comprare da mangiare, che sono senza soldi e che quindi gli servono soldi al più presto. Iris: «Io ho veramente bisogno dì soldi, ho finito tutto, ma proprio tutto, non ho i soldi da far la spesa». Airis: «Neanche per il biglietto della metropolitana». I.: «Neanche...dio bò, ho fatto ì debiti anche col tipo che mi viene a prendere». A.: «Amò, stai zitta, adesso mi sa che vale anche per me». I.: «Che vergogna ragazzi, che vergogna, come si fa». A.: «Veramente». I.: «Che palle, e però sai lui non, voglio dire, non gli costa niente rispondere cioè al telefono e dirci di andare un po' da Spinelli cazzo». A.: «Eh lo so, non lo so eh, boh». I.: «Cioè perderebbe due minuti di tempo c...». A.: «Ma sono sicura che lo sentiremo quale, cioè, fino speriamo sabato, sabato o domenica». I.: «Eh spero perché già arrivare a sabato non so come faccio guarda. Meno male che domani è mercoledì». A.: «A chi lo dici guarda». I.: «Ca...almeno te c'hai il fidanzato, puoi andare a casa sua a mangiare qualcosa, io qua c'ho solo il cane». A.: «Si va bè». I.: «Che non ho neanche di straforo... non ho neanche da mangiare per il cane». A.: «Ma mangiare ...così ma più che altro è tutto il resto, e che comunque ti abiti, cioè, mangiare...». I.: «Ma amò, se io non c'ho neanche quello però, se voglio ordinare la pizza non ho i soldi per pagare la pizza pensa te». Intanto proseguono le indagini dei pm di Milano, con l'audizione di nuovi testimoni, l'analisi dei documenti, delle fatture, dei pc e dei cellulari sequestrati la scorsa settimana durante le perquisizioni del consigliere regionale Nicole Minetti e delle dieci ragazze residenti nella palazzina di Milano Due. Si attendono intanto le contromosse della difesa del premier, indagato per concussione e prostituzione minorile. I magistrati milanesi stanno «lavorando» per tirare le somme in vista della richiesta di giudizio immediato per Berlusconi. Il presidente del Consiglio, comunque, con molta probabilità non si presenterà il prossimo week end davanti ai magistrati. Dalle analisi del materiale raccolto potrebbero aggiungersi nuove prove a quelle già indicate negli atti allegati e ora al vaglio della Giunte per le autorizzazioni a procedere. Ieri per la prima volta ha parlato anche il fiduciario di Silvio Berlusconi, Giuseppe Spinelli, intercettato mentre parlava con alcune delle ragazze che hanno frequentato casa del premier. «È una cosa gonfiata, molto più semplice di quello che sembra. Noi diamo aiuti a persone che hanno dei problemi. Uno che è di fuori lo capisco che non può saperlo. Non ha idea di quante persone abbiamo sempre aiutato».