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Stragi del '93, il pentito accusa «Berlusconi dietro gli attentati»

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Ilprocesso riguarda le stragi mafiose del 1993 a Roma, Firenze e Milano. Unico imputato è Francesco Tagliavia, indicato da Spatuzza fra i responsabili degli attentati. Interrogato dal pm Alessandro Crini - che sostiene l'accusa con il collega Giuseppe Nicolosi - e dagli avvocati di parte civile e della difesa, Ciaramitaro ha spiegato che un altro mafioso, Francesco Giuliano (condannato per le stragi), gli disse «che erano stati dei politici» a indicare gli obiettivi delle autobombe. «La ragione delle stragi - ha detto - era l'abolizione del 41 bis, delle leggi sulla mafia. Le bombe le mettevano per scendere a patti con lo Stato. C'erano dei politici che indicavano quali obiettivi colpire con le bombe: andate a metterle alle opere d'arte». In un'altra circostanza, ha raccontato Ciaramitaro, Giuliano gli disse «che ci stava questo politico, che ancora non era un politico, ma che quando sarebbe diventato presidente del Consiglio avrebbe abolito queste leggi. Poi mi disse che era Berlusconi». In aula, il nome del premier era già stato fatto, pochi minuti prima, da un altro pentito, Pasquale Di Filippo: «Nel '94, quando ci sono state le elezioni in Sicilia, abbiamo votato tutti per Berlusconi». Di Filippo ha riferito che poi parlò con Bagarella, lamentandosi: «Berlusconi ci doveva aiutare - gli rinfacciò - doveva far levare il 41 bis», e invece ancora non aveva fatto niente».

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