"Se ti vesti da infermiera sarà felice"
Rivalità e competizione. Insulti e invidie. Nelle intercettazioni telefoniche emerge un clima di odio tra le giovani che partecipavano alle feste nella villa di Silvio Berlusconi. A farle infuriare di più la differenza di regali che ricevevano per trascorrere una serata ad Arcore. Molte, che si ritenevano più belle e più «brave», non capivano il motivo per cui quelle «brutte» tornavano a casa con più soldi oppure con gioielli e loro, invece, a mani vuote. Nelle 389 pagine di invito a comparire, i magistrati milanesi riportano le convesazioni tra gli indagati e le ragazze, italiane e straniere, note al piccolo schermo e non. Nelle intecettazioni emerge una scelta accurata, da parte dei personaggi coinvolti, nel decidere quale giovane doveva varcare il cancello di Arcore e trascorrere qualche ora in compagnia del premier e dei suoi invitati. Alcune, inoltre, sarebbero anche rimaste a dormire nell'abitazione di Berlusconi. E ad ognuna, quasi sempre, un «pensierino» per tornare a casa . Il 6 settembre Nicole Minetti, consigliera regionale della Lombardia, parla con Barbara Faggioli. Nicole: «Neanche io ho beccato un c...se proprio ti vuoi». Barbara: «Niente». N.: «Nadal». B.: «Iman si..». N.: «Eh?». B.: «Sai chi si?». N.: «Chi?». B.: «L'amica di Emilio... Iman...». N.: «Ma tutti ieri sera, tutti quanti, anche il ballerino...». B: «Io no...». N.: «Amore tutti... le ragazze con Marysthelle il ballerino...». B: «Io comunque adesso sparisco per un po'». Il 23 agosto Emilio Fede e Lele (Dario ndr.) Mora parlano al telefono della serata precedente, commentando il comportamento delle ragazze e dello stesso premier, che quella sera si sarebbe addormentato in poltrona «perché era troppo stanco». Quando le ragazze venivano contattate per partecipare alle feste ad Arcore, soprattutto quando era la prima volta, venivano «istruite» sul comportamento da tenere, come parlare e vestirsi. Il 13 agosto, alle 15.28, Lele Mora parla con Roberta B.. Mora descrive la villa come «la casa di Michael Jackson, la casa dei sogni». E poi l'agente dello spettacolo spiega che abiti dovrà indossare. Mora: «Sarai l'infermiera ufficiale. Devi fargli uno scherzo, devi...prenderti quello che si misura la pressione finto e poi prendi su...un camicione quello che si ussa...». Roberta: «Quello da dottoressa, con sotto niente ovviamente». Mora: «Ce l'hai quello?». R.: «Eh, no...». M.: «Lo devi andar a comprare oggi...». R.: «Eh, vado a comprarlo... si perché non ce l'ho... (ride) viene carino però, si, si». M:. «Ti metti lo stetoscopio...». R.: «È vero?». M.: «Su...la...camicinia da infermiera...». R.: «E già (ride)». M.: «E sotto le autoreggenti bianche...». R.: «Guarda Lele lo faccio, ti giuro che lo faccio... non mi manca il coraggio, credimi». M.: «Sorpresa, però devi fare...sono l'infermiera... la devo visitare gli dici...». R.: «Una visita... privata... per accertarmi il suo stato di salute..». M.: «Esatto...». R.: «Che deve essere assolutamente... di alto livello, di buon livello...». M.: «Esatto... sai quanto si diverte lui per una cosa del genere... da ridere da morire». Nelle carte ci sono anche le conversazioni tra alcune ragazze e i loro clienti, durante le quali vengono pattuiti i prezzi della prestazione sessuale. L'8 agosto una ragazza, Iris, parla con un ragazzo di nome Ciro. «Ciao sono Ciro..sono amico di Carlo di Lecce..è lui che mi ha dato il tuo numero e mi ha detto che ti potevo chiamare». Iris: «Si». C.: «Sei disponibile stasera?». I.: «Sì». C:. «Senti, volevo solo chiederti eventualmente..ehmm tu non lo so..per che Carlo mi ha detto..chiedi direttamente a lei concorda lei eventualmente per il...per il regalo». I.: «Si». C.: «Eh dimmi un pochino». I.: «Sono ottocento». C.: «Ma otto?». I.: «Si». C.: «Ma per la notte?». I.: «Noo..no..no». C.: «Però in genere per la notte sono cinquecento...per..se non è per la notte..certamente meno..io non lo so tu». I.: «Eh allora chiami qualcun altro». C.: «Ho capito per te non è possibile diversamente?». I.: «Assolutamente no».