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La carte del caso Ruby alla Camera "Ho chiesto 5 milioni a Berlusconi"

Ruby Rubacuori in discoteca

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Il fascicolo di 389 pagine, con la richiesta di autorizzazione a procedere del tribunale di Milano nei confronti di Silvio Berlusconi per il caso Ruby, è stato aperto dal presidente della giunta per le Autorizzazioni della Camera, Pierluigi Castagnetti, e sarà a disposizione dei commissari che ne potranno prendere visione. Castagnetti metterà la vicenda all'ordine del giorno della giunta, mercoledì, relatore il vicepresidente della Camera, Antonio Leone (Pdl). Quanto all'ipotesi che i legali del premier sollevino il conflitto di competenza e chiedano il trasferimento degli atti al tribunale dei ministri, Castagnetti è apparso perplesso: "Bisogna riflettere su cosa comporta la restituzione per incompetenza". In giunta la maggioranza può contare su 11 voti su 21, poi dovrà essere l'assemblea di Montecitorio a pronunciarsi in via definitiva. Netta la presa di posizione del ministro della Giustizia, Angelino Alfano: "Tecnicamente, al presidente del Consiglio e' stato inviato un invito a comparire e di questo se ne occuperà insieme ai suoi avvocati. Politicamente, le opposizioni hanno considerato l'invito a comparire come un invito a scomparire, ma su questo si pronunceranno gli elettori nel 2013". Per il ministro dell'Istruzione, Maria Stella Gelmini: "Le ultime vicende non sono altro che l'ennesimo capitolo di una campagna persecutoria ai danni del presidente del Consiglio. Ci sono alcune procure che sono determinate a eliminarlo per via giudiziaria. La campagna di fango non scoraggia il governo". Dall'opposizione il segretario Udc, Lorenzo Cesa, esprime l'auspicio che il premier "metta tutta la responsabilita' possibile su questa vicenda e chiarisca quanto prima con i magistrati quel che è accaduto. Questo per il bene del Paese, perché non possiamo ingessare l'Italia a discutere per mesi sulla vicenda Ruby". Definisce "una bella trovata" di Berlusconi "quella di 'fingersi' fidanzato per difendersi" il presidente dei senatori dell'Italia dei valori, Felice Belisario, che aggiunge: "Peccato pero' che continui ad aggiungere squallore a squallore: il suo videomessaggio e' patetico, farcito com'e' dei soliti vergognosi attacchi alla magistratura e dell'immancabile vittimismo". Emma Bonino, vicepresidente del Senato, radicale eletta con il Pd, parla di "situazione deprimente. I problemi del Paese sembrano bloccati sulle vicende private del premier. LE INTERCETTAZIONI - Negli atti allegati alla richiesta di autorizzazione alla Camera della Procura di Milano ci sarebbero anche alcune intercettazioni telefoniche in cui Ruby, secondo quanto si apprende, sosterrebbe di aver chiesto soldi per uscire dalla vicenda che la ha coinvolta portandola agli onori delle cronache per aver frequentato la casa del premier ed essere stata "salvata" dalla comunità cui era destinata dopo essere stata fermata in questura. "Il mio caso è quello che spaventa tutti e sta superando" il caso della Daddario, di Letizia. Direbbe, parlando con la madre di Sergio Corsaro, e aggiungerebbe: "Io ho parlato con Silvio - ci sarebbe scritto nero su bianco - gli ho detto... che ne voglio uscire con qualcosa... 5 milioni... 5 milioni" a confronto "del marchiamento del mio nome". In un'altra telefonata, con Sergio Corsaro, all'epoca suo fidanzato ufficiale, Ruby sosterebbe anche: "Ma non siamo preoccupati per niente" perché "Silvio mi chiama di continuo..." poi aggiungerebbe: "Mi ha detto cerca di passare per pazza e racconta cazzate".  Ruby ancora a Corsaro riferirebbe che "lui mi ha chiamato dicendomi ti do quanti soldi vuoi", ti "pago" ti metto "tutto in oro ma l'importante è che nascondi tutto..... Non dire niente a nessuno". Si tratterebbe di telefonate recenti , fatte a fine ottobre. Negli atti ci sarebbe anche una telefonata fra Emilio fede e Lele Mora in cui si parla di una certa R.B. (nome e cognome esplicitati) del 1984 come di una che "...ha preso possesso di tutto... pretende di tutto. Lui è preso...". La telefonata in cui Ruby racconta a Grazia di avere chiesto 5 milioni a Berlusconi risalirebbe al 26 ottobre. Di due giorni dopo, il 28 ottobre, la chiamata a Corsaro.  

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