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Gianfry dall'amico Fazio per recuperare consensi

Gianfranco Fini e Fabio Fazio

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Tutto secondo copione. Nessuna domanda imbarazzante. Nessuna punzecchiatura che potesse sottolineare il fallimento dell'iniziativa politica del presidente della Camera. Nessun riferimento ai sondaggi che vedono per Fli un futuro tutt'altro che roseo. Niente di tutto questo perché Fabio Fazio, a Che tempo che fa, non ha voluto mettere in difficoltà Gianfranco Fini. Anzi. Il fazioso Fazio ha giocato tutte le sue carte per permettere al presidente della Camera di ricostruirsi un'immagine scrollandosi di dosso i panni del traditore per tornare a rivestire quelli dell'uomo superpartes. Ecco allora che Fini diventa l'uomo del «sì, ma anche» tanto caro a qualche leader del centrosinistra. Per prima cosa quindi cerca di limitare gli attacchi al premier. Sul caso Ruby per esempio invita il premier ad andare dai magistrati per difendersi. Poi però aggiunge: «Capisco l'indignazione del presidente del Consiglio». Sul voto anticipato è ancora più evidente la sua difficoltà: «Andare a votare non servirebbe a nessuno. Nemmeno a Berlusconi». L'amico Fazio poi gli serve tre fantastici assist per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Si inizia con la vicenda dell'attentato nei suoi confronti lanciata tempo fa dal quotidiano Libero che Fini definisce «fantasia al potere...» e sulla quale aggiunge che la procura di Bari ha aperto un'inchiesta e «ritengo che Libero sarà sbugiardato». Si prosegue poi con il gossip sulla escort. E Fini replica: «Mi aspetto, da alcuni giornali, di tutto. Ma il meglio arriva con la vicenda di Montecarlo sulla quale il presidente della Camera prima ricorda che è stata chiesta l'archiviazione, poi aggiunge che la storia è inventata di sana pianta con una signora che, alla richiesta di chiarimenti, si è limitata a dire "no, non posso darne" e infine permette a Fini di immolarsi come l'agnello sacrificale degli attacchi sconsiderati dei media considerati il veicolo della «barbarie a cui siamo arrivati». Ultimo punto per completare l'opera di ripulitura è permettere a Fini di gettare le basi per il futuro. Si parla di Terzo Polo e lui commenta: «Se si va a votare è anche un'alleanza di domani». Si parla di alleanze a sinistra e lui si ricorda di avere «valori di centrodestra». Si parla di magistratura e lui ammicca: «Va rispettata. Se sbaglia, paga al pari di tutti». Infine si parla di Federalismo e lui, maldestramente, si divincola: «Non sono contrario a priori, ma se qualcuno pensa: "passa, poi il meridione si arrangia", si sbaglia». Una ripulitura che, se negli intenti doveva dare inizio ad una nuova fase finiana, non è riuscita ad abbindolare il portavoce del Pdl Daniele Capezzone che gli risponde punto per punto: «Nella sua presenza televisiva su Rai 3, Gianfranco Fini si dimostra un doppiopesista: garantista per sé (su Montecarlo e dintorni), giustizialista per gli altri». E conclude: «Brutto spettacolo: ancora una volta, il presidente della Camera si dimostra al di sotto delle parti».

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