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Magistrati e inchieste Gli è Finita la memoria

Gianfranco Fini

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«Ora la democrazia italiana è più credibile» grazie all'impegno dei magistrati, come dimostrano i «colpi» inferti al terrorismo, alla mafia e al «martirologio» delle toghe. Il loro ruolo «è di primo ordine, e dimenticarlo significherebbe fare un torto al loro impegno e al loro sacrificio». «La libertà si basa su un giudice che afferma il principio della legalità, altrimenti non c'è la libertà ma il predominio dell'arbitrio». Mentre impazza il caso Ruby e a soli due giorni dalla bocciatura parziale del legittimo impedimento da parte della Corte Costituzionale ecco che a Messina si riaccende un Gianfranco Fini a orologeria con un lungo elogio all'attività della magistratura dispensato in occasione di una manifestazione pubblica al palazzo di Giustizia. Fini invoca legalità ma non nomina mai il suo nemico: «Rimarranno delusi i giornalisti se da me si attendono chissà quale polemica o chissà quali invettive a proposito delle nuove e tristi vicende che riguardano il presidente del Consiglio». Ma le frecciate continuano. Anche quando, sempre a Messina ma questa volta dal pulpito di un incontro di Futuro e Libertà, il leader di Fli arringa al popolo: «L'etica è la condizione per ricoprire cariche politiche pubbliche». Ci risiamo. Il presidente della Camera sembra lo «smemorato di Collegno». In un colpo solo ha cancellato 16 anni trascorsi orgogliosamente al fianco del Cavaliere. E quando lusinga i giudici in un colpo solo rimuove anche una parte del suo passato, nemmeno troppo remota. Tutto dimenticato: ex mogli, portavoce, cognati. Daniela Di Sotto, Salvatore Sottile, Francesco Cosimi Proietti, Giancarlo Tulliani. Tutti e quattro finiti – chi più chi meno direttamente – sotto i riflettori della magistratura. Con il capo-parente-marito costretto tutte le volte a dire che lui in quelle storie non c'entrava nulla e a definirsi indignato, furioso, sconcertato. Come nella vicenda che ha visto coinvolto Francesco Proietti Cosimi.   Per vent'anni è stato l'ombra di Fini, c'era sempre, nel pubblico e nel privato. «Segretario» dalla fine degli anni '80 fino al 2006, quando è finito nell'inchiesta del magistrato Woodcock su Vittorio Emanuele di Savoia. Proietti Cosimi è stato a Palazzo Chigi quando Fini era vicepresidente del Consiglio e alla Farnesina con Fini ministro degli Esteri. Poi, da Potenza arriva l'indagine per corruzione (slot machines di un imprenditore fatte autorizzare dai Monopoli di Stato) e - collegata - l'indagine per concorso in abuso d'ufficio assieme a Daniela Di Sotto Fini: la clinica romana alla quale entrambi erano interessati aveva ottenuto in 7 giorni l'accreditamento dalla Regione guidata (era il 2005) da Francesco Storace. Quella stessa indagine porta alla luce anche l'attività di Salvatore Sottile, il portavoce di Gianfranco accusato di aver avuto incontri sessuali con attrici e soubrette negli uffici di Palazzo Chigi e della Farnesina. Un colpo durissimo per Fini che quando viene coinvolta la moglie (oggi ex) tuona contro le gogne mediatiche: «Qualcuno ha abusato delle intercettazioni. Credo che sia veramente disdicevole e immorale che alcuni stralci relativi a persone non indagate si trovino sbattuti sulle prime pagine dei giornali». «Si tratta di un aspetto patologico sfuggito alle autorità preposte». «Le gogne mediatiche che non fanno onore a chi le mette in campo».   E ancora: «Non penso che essere mia moglie significhi meritare atteggiamenti sospetti». Insomma, una difesa a spada tratta, come già aveva fatto nei confronti del portavoce Sottile finito agli arresti domiciliari, invitando il pm Woodcock a «cambiare mestiere». Fini garantista per amici e parenti‚ ma forcaiolo con Berlusconi. Perché alla fine Gianfranco si separa dalla moglie e decide di fare piazza pulita tra i suoi collaboratori. Ma si fidanza con Elisabetta Tulliani che porta in dote il fratello Giancarlo. Che poi va a vivere nella casetta di An a Montecarlo. Il presidente della Camera è tuttora indagato per truffa aggravata in relazione alla cessione dell'appartamento a una società off-shore per una frazione del suo valore di mercato. Il 2 febbraio si terrà l'udienza per discutere la richiesta di archiviazione avanzata dal titolare delle indagini, Pierfilippo Laviani, e dal procuratore capo di Roma Giovanni Ferrara. Da cosa si vestirà Fini per Carnevale, da garantista o da forcaiolo?

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