Maria Antonietta e la sinisra gossippara
Nell'accanimento giudiziario contro Berlusconi c'è qualcosa di profondamente vile sia sul piano politico che sul piano sociale, nonché, anzi forse soprattutto, sul piano morale. La viltà politica risiede nell'intento di abbattere nei tribunali e col gossip un avversario che non si riesce ad annientare nelle urne. Quella sociale traspare dall'assoluto disprezzo degli avversari del Cav. non solo e non tanto per lui ma per i molti milioni di italiani che egli rappresenta. La viltà morale si esprime nella tracotanza con cui questi alfieri della giustizia si avventurano nelle loro imprese persecutorie sfoggiando la sicurezza che è loro assicurata dalla loro totale immunità e inamovibilità. Comunque è ora che certi candidi fans della nostra Sinistra, più o meno sinceramente umiliati e offesi dalle sue sempre più triviali prestazioni nel ramo Gossip, la smettano di indignarsi. Evidentemente essi immaginano che il loro idolo abbia scoperto soltanto adesso, nella sua battaglia contro Berlusconi, l'arma dell'uso politico del pettegolezzo infamante sui casi privati degli avversari. Ma questo è un chimerico abbaglio generato dall'ignoranza. La verità è che la gauche, non soltanto quella che nel nostro paese sta dimostrando il suo genio politico sparacchiando a tutto spiano pettegolezzi e calunnie contro l'uomo che ha promosso al rango di Belzebù, ma la grande Gauche europea e mondiale, quella cioè che trionfa suppergiù dovunque da ormai due secoli e rotti, ha sempre coltivato, fin dai giorni della sua nascita, il sogno e la pratica di annientare i propri nemici con la calunnia virtualmente assassina. Questo non è un pregiudizio. È la semplice verità storica quale risulta dal fatto arcinoto che la primissima grande impresa di Madame La Gauche, ossia quell'evento epocale che fu la famosa Révolution française, non incominciò affatto, come abitualmente si pensa e si scrive, con la presa della Bastiglia, e nemmeno col famoso giuramento della Pallacorda, e ancor meno con l'idea di convocare gli Stati Generali, bensì con quel grandioso disegno di distruggere l'onore della regina, del re e della stessa monarchia, che era stato, qualche anno prima, il famoso “Affair du Collier”: uno scandalo che nacque da un gigantesco complotto, interamente basato su un astuto e velenoso intreccio di insinuazioni infamanti, che contribuì potentemente a creare un clima propizio al crollo dell'ancien regime. È del resto noto che quei fantasiosi maestrini di tutte le sinistre successive che furono i famosi “jacoubins” di Francia, durante l'intero corso della loro Révolution, brandirono contro Maria Antonietta l'arma del pettegolezzo. All'inizio di quella tempesta la si dileggiò persino con quella ridicola storia, inventata di sana pianta, delle brioches che lei, alla plebe affamata di Parigi, avrebbe consigliato di mangiare al posto del pane che essa chiedeva. E verso la sua fine, durante l'indegno processo che si concluse con la sua condanna a morte, i suoi accusatori, per annientarla completamente, non contenti di decapitarla, prima di mandarla al patibolo, arrivarono persino ad accusarla di aver abusato sessualmente del suo figlioletto undicenne. Questi ben noti dettagli della storia di Maria Antonietta dovrebbero bastare a dimostrare che la vocazione al “gossip” calunnioso è una passione originaria e costitutiva di Madame La Gauche, un elemento del suo dna, un articolo essenziale del suo congenito, innato equipaggiamento morale e culturale.