Cercano 'u pilu
C’è o non c’è? L’hanno trovato o non l’hanno trovato? Come cosa? Ancora non avete realizzato? Quello che l’ultima sagoma del carattere italiano, Cetto La Qualunque, chiama con sublime proprietà di linguaggio «’u pilu». Il futuro della giustizia e le sorti del governo sono appesi letteralmente a «’u pilu», alla prova erotica che la Procura di Milano cerca con un dispiego di forze che solitamente si riserva ai grandi criminali. Perquisizioni, convocazioni, intercettazioni, testimonianze, interrogatori, tutta la Santa Barbara dell’investigazione è aperta. Nessun risparmio di energie per cercare la foto scosciata, il Cavaliere desnudo, un video hardcore autoprodotto, casereccio, che metta Berlusconi di fronte alla sua responsabilità di maschio un po’ troppo intraprendente. Cari lettori, il Bungaleaks su Silvio a luci rosse è appena partito e ne leggeremo delle belle. Il gioco a incastro per il Cav sarà lungo, il tam tam delle redazioni parla di paginate di verbali in arrivo, di audio e chissà cos’altro. Vedremo. So cosa pensate, sarebbe meglio occuparsi di cose serie, del lavoro, del futuro della Fiat, delle riforme che non ci sono. Ma la magistratura ha deciso che c’è un reato da perseguire e il Cavaliere merita un processo per direttissima e poi l’esilio dalla politica. La ragazza, Ruby, ieri davanti alle telecamere di Sky ha detto che con Berlusconi non ha mai fatto sesso e che non sapeva che fosse minorenne, addirittura ha raccontato di aver detto a Silvio di avere 24 anni. Se Ruby mente, ha un futuro da grande attrice. Ma se la ragazza dice la verità, siamo di fronte al singolarissimo caso di un’inchiesta aperta contro il capo di un governo del G7 su un’ipotesi di reato dove la «vittima», Ruby, canta e suona uno spartito totalmente diverso da quello della Procura. Strano no? Molti anni fa, negli Stati Uniti, incontrai un grande direttore di Newsweek, Arnaud de Borchgrave, che mi disse: «Qui in America abbiamo assistito al triste spettacolo degli inviati delle tv e dei giornali che andavano a caccia dello sperma di Clinton sull’abito della Lewinsky». Ci ridemmo sopra, era tutto ridicolo, e dissi che in Italia la lotta politica almeno sotto questo aspetto era più civile. Siamo riusciti a far meglio, qui da noi ora si dà la caccia a «’u pilu».