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Erail 2 novembre scorso quando, subito dopo l'esplosione del caso Ruby, disse: «La fase conclusiva della procedura di identificazione, fotosegnalazione e affidamento della minore è stata operata correttamente. Non sono previsti ulteriori accertamenti sul punto». Poi venerdì, ovvero il giorno dopo la sentenza parzialemente negativa della Consulta sul legittimo impedimento, è stato proprio lui a confermare l'indagine. In una nota ha precisato che i reati sarebbero stati commessi ad Arcore «dal febbraio al maggio 2010, quando Ruby sarebbe stata nella villa del premier più volte».