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"Temevo di fare la fine di Brenda"

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Ruby, la ragazza marocchina al centro dell'ultimo polverone sollevato contro Silvio Berlusconi

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L'ultima volta che aveva parlato era novembre, nel pieno della vicenda che l'aveva coinvolta. Poi, fedele alla regola di Andy Warhol per cui «nel futuro ognuno sarà famoso per 15 minuti», Karima El Mahorug in arte «Ruby», era scomparsa. La notizia dell'iscrizione nel registro degli indagati del premier Silvio Berlusconi ha riacceso i riflettori sulla ragazza marocchina. Due le interviste rilasciate. Una, datata 10 gennaio, a Repubblica.it, un'altra al settimanale Vanity Fair in edicola mercoledì 19 gennaio e anticipata ieri sul sito. Anticipazione breve in cui la ragazza racconta di aver «avuto paura di essere fatta fuori. Ho avuto paura di fare la fine della transessuale di Roma (Brenda, testimone chiave nel caso Marrazzo, morta in un incendio ndr)». Vanity annuncia altre «rivelazioni», ma non ne dà anticipazione. Completa, invece, la video-intervista pubblicata da Repubblica.it. Realizzata quattro giorni fa, manca di riferimenti agli ultimi risvolti giudiziari, anche se la ragazza parla comunque del premier (che secondo lei soffre di solitudine e «non è tanto felice»), delle cene ad Arcore e di quella notte in Questura a Milano. E ribadisce la sua versione: è stata villa San Martino «tre volte» ma per «normali» serate. «Non ho visto escort - racconta -, ho visto ragazze normali durante una cena normale». Quindi spiega di non avere nulla a che fare con la vicenda del Bunga-Bunga: «Non ho mai fatto uscire io la storia. Neanche nell'inchiesta. I giudici mi hanno fatto le domande sul Presidente perché l'hanno saputo per via del mio cellulare che era ad Arcore. Del Bunga-Bunga non sapevo niente oltre alla famosissima barzelletta che conoscete perché l'ha raccontata anche Noemi Letizia. Questa barzelletta che ci ha fatto molto ridere e poi i balletti delle ragazze, ma niente di che». Quanto alla notte trascorsa in Questura Ruby ammette che il premier «mi ha aiutato moltissimo, gli posso essere grata a vita». Certo, aggiunge, «visto con gli occhi degli italiani che sono in difficoltà e in miseria, vedendo come si è comportato con me e come in diverse altre situazioni non si comporta può sembrare eccessivo e ingiusto». In ogni caso, dopo quella volta, la ragazza marocchina assicura che non ha più né visto, né sentito telefonicamente Berlusconi. Un altro passaggio riguarda i rapporti con Emilio Fede, Lele Mora e Nicole Minetti, anche loro coinvolti nell'inchiesta della procura di Milano. «Fede - è la versione di Ruby - l'ho conosciuto a Taormina, durante un concorso di bellezza. Non capisco perché lui dice di averlo scordato forse data la sua età non ha più memoria. Mora è stata la prima persona che ho conosciuto quando sono arrivata a Milano. Arrivavo dalla Sicilia e questo nome è conosciuto come persona che ti fa entrare nel mondo dello spettacolo. Vedevo questo tipo di lavoro come guadagno facile. Conoscevo l'indirizzo e mi sono presentata. L'ha saputo dopo che sono andata da Silvio, dal premier ci sono andata tramite una mia amica». Quanto alla Minetti la memoria torna ancora a quella notte in Questura: «L'ho vista arrivare e dopo poco mi hanno rilasciato, capivo che la procedura non era la solita. Ma della storia della nipote di Mubarak l'ho saputo dopo. Lei l'ho conosciuta in alcune serate all'Armani di Milano e al The Beach, poi l'ho rivista a casa del presidente». L'ultimo pensiero è per Barbara Berlusconi: «Ha parlato male di me, credo sia comprensibile. D'altra parte io sono la ragazza che fa tremare il governo, che fa cadere il governo». Insomma, nessun riferimento a rapporti sessuali con il Cav. Ma è piuttosto probabile che Ruby tornerà a parlare nei prossimi giorni. Per ora lo fa il suo compagno e datore di lavoro Luca Risso che, intercettato dai giornalisti, risponde: «Lei nega tutto. Conferma solo ciò che aveva già dichiarato nei mesi scorsi, all'inizio di questa storia».

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