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Oggi il verdetto sul legittimo impedimento

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Arriverà oggi la decisione della Consulta sulla costituzionalità della legge che prevede il legittimo impedimento a presentarsi nelle udienze processuali per i membri del governo, sia il presidente del Consiglio sia i ministri.  La questione è stata sollevata dai giudici di Milano, in tre diversi ricorsi, relativamente ai processi Mills, Mediaset e Mediatrade che vedono coinvolto anche il premier Silvio Berlusconi. La camera di consiglio dei 15 giudici della Corte Costituzionale, presieduta da Ugo De Siervo, è stata convocata al Palazzo della Consulta per le 9,30. La decisione potrebbe arrivare entro le 13 oppure in serata, alla ripresa pomeridiana dei lavori dopo la pausa. Improbabile l'ipotesi che la decisione dei «giudici delle leggi» venga ulteriormente spostata ai giorni successivi. La Consulta potrebbe promuovere o bocciare la legge riconoscendone o negandone la costituzionalità. Oppure, potrebbe imboccare una «terza via»: riconoscere in linea generale la costituzionalità della legge, respingendo il ricorso dei giudici milanesi; ma «depurandola» delle parti più controverse e in un certo senso «depotenziandone» gli effetti pratici, rimettendo alla decisione dei singoli giudici la scelta se accettare o meno, di volta in volta, il legittimo impedimento eventualmente opposto dal membro del governo, sia esso il presidente del Consiglio o un ministro. In linea di principio tutte e tre le ipotesi restano sul tavolo. Le prime due più lineari, la terza più complessa ma non per questo meno probabile; anzi, finora data per la più gettonata salvo ripensamenti sempre possibili, dopo le audizioni delle parti interessate e l'esposizione del relatore, il giudice Sabino Cassese. Ma sulla decisione dei giudici della Consulta hanno aperto le scommesse i bookmaker. Unibet, bookie anglo-svedese è convinto che la legge sarà dichiarata inammissibile. Come si legge su Agipronews, la bocciatura è «bancata» a 1,03. Le possibilità della sua conferma, viceversa, schizzano in alto e si piazzano a 10,00. Un altro problema si aprirebbe se ci fosse una promozione parziale della legge: i referendum abrogativi promossi dall'Idv si potrebbero svolgere oppure no?. L'ufficio centrale per il referendum della Cassazione si è infatti già espresso favorevolmente per quanto riguarda la corretta raccolta delle firme e il vigore della legge che si vuole abrogare. Ma ora sarebbe chiamato a stabilire se la legge così «amputata» è la stessa per l'abrogazione della quale sono state raccolte le firme dal comitato promotore dei referendum organizzato da Italia dei valori di Antonio Di Pietro, nel qual caso vi sarebbe il via libera alle urne. Oppure se la legge è cambiata e dunque non può essere sottoposta a referendum. Decisione, quest'ultima, che potrebbe causare da parte del comitato promotore, legalmente rappresentato dal costituzionalista Alessandro Pace, la sollevazione di un conflitto davanti alla Corte Costituzionale. E la «palla», così, tornerebbe di nuovo sulla metà campo del Palazzo della Consulta.

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