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«Vuole andar via. Lasciamolo dove sta»

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.L'ex sindaco della Capitale si circonda di tutti i rappresentanti comunali e regionali in quota Api e presenta alla città il «decalogo di un fallimento» per colpire il "nemico" nel momento di maggiore difficoltà. Innanzitutto la vicenda «parentopoli». Quanto è successo in Atac e Ama, spiega Rutelli, «è solo la punta di un iceberg: in questi anni c'è stato un clientelismo mirato a un gruppo ristretto e fazioso. C'è stata una specie di rivincita della destra estrema nell'amministrazione, che però non ha portato a nulla». La politica della giunta - assicura il leader dell'Api - ha costretto la città a «tre anni di completa paralisi». Serve una svolta. Le accuse di Rutelli si fanno via via più pesanti. Quella del sindaco, secondo lui, è stata soltanto una «politica di annunci». «Appena c'è dissenso, Alemanno accantona la decisione, perché non vuole scontentare nessuno. E così non fa nulla», accusa Rutelli. «Solo promesse» in questi anni su «traffico e cortei». Mentre si registra il «fallimento sui temi con i quali ha vinto le elezioni, la sicurezza e il decoro: il clima è peggiorato, ci siamo abituati alla violenza», sentenzia. Gli attacchi proseguono. Sulle Olimpiadi: «Le diatribe del centrodestra stanno paralizzando la scelta del comitato». Sulla Formula 1: «È una gara che non esiste, eppure si fanno gli spot». E infine sull'edilizia urbana e le grandi opere. «Le uniche trasformazioni in atto, dal Maxxi alla nuvola di Fuksas, le abbiamo avviate io e Veltroni. Non ci sono nuove idee. E su Tor Bella Monaca sono pronto a fare scommesse: l'annuncio della sua demolizione rasenta il ridicolo». Il momento più alto della conferenza stampa, però, deve ancora arrivare. Manca ancora "il colpo di grazia". E cosa ti ritira fuori Rutelli? Signore e signori ecco a voi «il problema delle buche». «Basta farsi un giro in motorino per la città - spiega - per accorgersi che sono aumentate nonostante gli 82 milioni di euro spesi per sistemare le strade». Dopo aver elencato tutti gli «errori» commessi da Alemanno - si dirà - Rutelli avrà chiesto le dimissioni del sindaco. E invece no. Troppo pericoloso. «Io lo lascerei lì - spiega - Secondo me lui vuole andar via, ma non deve sfuggire alle sue responsabilità». Il leader dell'Api, dal canto suo, si prepara ad «allenare» una nuova classe dirigente romana. «È una cosa che so fare», assicura. A chi gli chiede come si comporterà il Terzo polo sui temi etici risponde infatti sicuro, con la decisione propria di un allenatore: «Abbiamo una posizione comune - annuncia - la libertà di coscienza».

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