Berlusconi: "La nave va"

Oggi Silvio Berlusconi sarà a Berlino per un vertice bilaterale con la cancelliera Angela Merkel fissato da tempo. Ma è indubbio che con il pensiero il Cavaliere resterà a Roma dove, nel giro di 24 ore, si gioca gran parte del suo futuro. Anche per questo, prima di partire, il premier ha trascorso una giornata intensa tra Palazzo Chigi (dove ha incontrario il governatore siciliano Raffaele Lombardo che gli ha confermato l'intenzione di rimanere nel Terzo Polo) e Palazzo Grazioli, dove ha fatto il punto con i vertici del Pdl. Chi ha avuto modo di parlargli racconta che il presidente del Consiglio non è affatto preoccupato per ciò che accadrà nei prossimi giorni. «La nave va» ha ripetuto ai suoi interlocutori, convinto che la possibilità di elezioni anticipate si allontani ogni giorno di più. La linea resta sempre la stessa: rafforzare la maggioranza. Ma Berlusconi non ha alcuna intenzione di aprire «trattative» con il Terzo Polo. «Non si fida più di Casini» racconta il leader dell'Adc Francesco Pionati. E così si lavora sui singoli parlamentari che dovrebbero entrare a far pare della cosiddetta «Terza gamba». «Siamo in contatto con diversi colleghi - spiegano dal Pdl - ci sono rapporti, ma per ora non c'è nulla di definito». A pesare sulla costituzione del nuovo gruppo dei «Responsabili» è anche il giudizio della Corte Costituzionale sul legittimo impedimento. Molti di quelli che dovrebbero sostenere la maggioranza, infatti, aspettano domani per decidere come muoversi. Ma dal Pdl minimizzano: «È più un problema psicologico che reale». Di certo ieri il premier ha discusso dell'argomento in un incontro ad hoc con il ministro della Giustizia Angelino Alfano e l'avvocato Niccolò Ghedini. I segnali che arrivano dal palazzo della Consulta non sono positivi. L'impressione è che la Corte potrebbe bocciare il provvedimento con la ripresa dei tre processi a carico del Cavaliere. Ma a Palazzo Grazioli, pur evitando pronostici (il ricordo di cosa accadde al Lodo Alfano è ancora vivo e doloroso), si pensa che alla fine i giudici costituzionali potrebbero optare per una decisione di mediazione. Un «gesto di distensione» che terrebbe anzitutto conto anche della situazione politica. Nessuno sembra entusiasta di celebrare elezioni anticipate in un momento in cui la crisi economica potrebbe subire un peggioramento. Men che meno il Colle. E una sentenza «pesante» della Corte, con pericolose ricadute sulla stabilità dell'esecutivo, avrebbe un effetto deleterio.